Carlo Amati
MALTA CON CALCE E CENERE - 29_CA_1
Autore: Carlo Amati
Anno: 1829
Fonte: Vitruvio, L'architettura di Vitruvio nella versione
di Carlo Amati, Firenze, Alinea, 1989.
MALTA CON CALCE E CENERE
Nota (2) (p. 201)
Dall'interessante e giudizioso ragguaglio poi del Sig. Panati sull'Africa, merita esser estratto il metodo di comporre un cemento tenacissimo, usato dagli Africani che molto più badano alla solidità che non all'ornato. Codesto cemento è composto di tre porzioni di calcina, una di sabbia, e due di cenere di legno; e chiamano questa composizione Tabbí. Dopo fatta una tale mescolanza, vi gettano quantità di olio, e quindi tutto battono per tre giorni senza intermissione, fino a che il cemento sia pervenuto alla debita consistenza. Impiegato nelle costruzioni acquista la durezza del marmo, è impenetrabile all'acqua, e resiste all'azione tanto degli elementi, che de' secoli. Il detto Panati opina che i popoli della Numidia e delle Mauritanie abbiano presa dai Romani la composizione di questo cemento, e desso è per avventura il segreto dell'essersi dagli antichi portata la fabbricazione al massimo grado di solidità.