MALTA CON COCCIO PESTO PER PAVIMENTO
Autore: Cesare Cesariano
Anno: 1521
Fonte: Cesare Cesariano, De Architectura, traslato et
affigurato da Cesare Cesariano
MALTA CON COCCIO PESTO PER PAVIMENTO
In nota al Libro II - Capo I - Foglio CXI recto
Alhora di sopra sia statuminato cioè constituita la ruderatione del astrigo. Punxata e concorporate con la calce arena seu sabulone e acqua: acio che non con minore saxo quanto quello che si po' impellere, cioe getare da longe con la mano. Quando le Statuminatione sono inclucte: cioè introposite e sia ruderato: aut sternito como si fa a sterquilinare uno campo di terra e exequare come si fano li coltivati orti con li rastrelli uel purcili. Ma questo rudo si e una pinsatione composíta con più subtile materia che non è la statuminatione e è chiamato bitumine vulgarmente. Impero che questo rudo si è più minuto: e con calce cribrata e cosi li calcoli excernuti; Similmente il sabulone Masculo. Ma sil serano: cioè facto di recente calce. Ad tre parte: cioè glarea minuta e di sabulone. Una di calce sia con epse concorporata si como e cosa notissima. Et cosi pare tal pavimento essendo di sotto tenerello: di sopra conviene habia una crusta lucida come una unge. Et de uno colore si facto per la complexione de la calce blancha admixta con la subtilissima polvere testacea: quale cosparsa al dicto astrico e perfricata equalmente pervene lucide como ungua. Et perho questa pinsatione: cioè impastatione quanto più spessamente per ordine e pavita: idest percusa per longo poi un altra volta per traverso acciocché como una reticulatione sia signata. Poi di sopra da quella: cioè astrica ruderatione e impastatione statuminosa, di opera di fracta testa: cioè rottami triti figulini per che hanno maiore sicitate e senza harenoso. Ma pura e non como hanno ut plurimuni de tegule uel copi aut laterculi novi: e polverizzati: quale se componeno con la calce e acqua una altra impinsatione: quale Vitruvio appella nucleo idest una cortice di noce. Di qual nucleo si fa con calce e clara d'uovo: e si usa a potere conglutinare le pietre discipate uel fracte in siema: e cosi vale asai a consolidare li marmori. Ma li nostri vulgarmente appellano epso nucleo una lactata. Questa ha la mixtione più exsicativa e pervene più dura la sua superficiale cutica: e perho: ad tre parte di epsa polvere e fracture: si gli commischia una calce excolata: Ma si de sapere: che siccando la calce questa richiede la sua natura: de la quale essendo meliore una che l'altra queste poi perveneno come uno unguento: quale sopra elissate e polite con la pietra nominata urso, che da dui lati son li anuli: e tirata e ritirata con le corde uel aste lignae: epsi operanti epolissero lucidamente come uno vitro: quando a la regula e a la libella si ostende perequato. La grossezza dil qual nucleo sera digiti 6 ben che etiam si usa mancho: e intotum epse absolutum con onze sei e alcuni cinque: Ma è cosa scienda che tutti li pavimenti si pono etiam dipingere sopra il nucleo o in piano sopra la contignazione: Ma per ogni pavimenti rendono gran frigiditate ma non mai pulvere da se como fano li solidi di opera testacea se di quadrilateri. Vulgarmente si chiamano opere facto a mosaico: idest ammussiate. Ma queste pietre con le seghe di ramo uel di plumbo uel ut diximus ferro. Ma con lo sabulone masculo e acqua: aut con lo smeriglio e acqua da li operanti sono segate come e notissima cosa: poi sono politi con tripola polvere: alcuni per farle ben recipere il lucido e emitere il vivacissimo colore a la natura de alcune pietre ultra la tripolina pulitura: le ungeno con lo molle intestino de le noce e tanto le perfricano che illustrano lucidamente como speculo (si como etiam alcuni usano ungere la rediviva superficie de li dicti pavimenti).
Foglio CXII verso
Tamen Vitruvio pare voglia siano coperte tute le coniuncture nel tuto il pavimento quale sta sub divo: acio sia defendato da li gelicidii e coeleste pruine: per li hyemali tempi: e questo sia fiendo per ciascuni anni: Ma io per cavarmi di tanta annuale feruitute: quando fusse bene exicato e como adusto dal Sole Ardentissimo: con la cera e terbentina e raxina di pino bene ferventissima iliniria saturissimamente epso pavimento in fino a tanto che la superficie restasse lucida e como vitrea: per che queste cose ho usato fare sopra le magne tessere di opera testacea: sopra le quale havea perfigurato li gnomonici horoligii e collocati in plano al modo havemo dimostrato li marmorei amussii. Et pertanto questa materia imbibita reice le coeleste passione ne mai se imbibe ne altra cosa sopra si applica: Et Questo in lo oppido di Villanterio agro papiense collocai in uno horto.
Ipotesi di applicazione (interpretazione):
PAVIMENTO A BATTUTO
- Realizzare il sottofondo del pavimento con:
calce
arena
sabulone
acqua
pietre (con
una dimensione tale da poter essere tenute in una mano)
- Stendere questo composto con un rastrello.
- Comporre uno strato di sottofondo (detto volgarmente bitumine) impastando:
calce
setacciata (cribrata per eliminare i pezzi di calce non cotti)
sabulone
- Se si utilizza calce appena spenta impastare:
ghiaia di
piccole dimensioni 1 parte
sabulone 1 parte
calcina 1 parte
- Battere il sottofondo prima in un senso e successivamente nell'altro fino a quando risulta coperto da un "reticolo di segni".
- Stendere, sopra al sottofondo, uno strato di frammenti di coccio vecchi (senza sabbia).
Cesariano dice espressamente di non usare tegole, coppi o mattoni nuovi che impastati con calce e acqua danno un altro impasto, chiamato da Vitruvio nucleo.
Per Cesariano, invece, il nucleo è un mastice per unire le pietre o i pezzi di marmo rotti o rovinati, ed è composto di:
calce
bianco d'uovo
Mentre, il nucleo, inteso come strato superficiale visibile, è per Cesariano un impasto, detto volgarmente lactata, composto da:
polvere e pezzi di tegole nuove 3 parti
calce filtrata (excolata) 1 parte
(Quest'ultimo composto aveva quindi solo una funzione colorante e decorativa).
- lisciare e pulire l'ultimo strato con una pietra, chiamata urso, munita sui lati di due anelli attraverso i quali con corde o bastoni viene tirata più volte dagli operai. li pavimento così trattato diventa lucido come il vetro.
Lo spessore di questo strato è di 6 dita. In tutto il pavimento deve avere uno spessore di 5 o 6 once (14,45 - 17,34 cm).
Questo pavimento risulta:
- tenero all'interno ma con una superficie dura e lucida "come un'unghia";
- con un colore dovuto alla mistura della calce bianca con la polvere di mattone sottilissima.
Questi pavimenti possono anche essere dipinti. Sono pavimenti freddi ma non si impolverano come quelli di quadrilateri di opera testacea.
DECORAZIONE A MOSAICO DEI PAVIMENTI
I pezzi di marmo sono tagliati e levigati con acqua e sabbia granulosa, puliti con polvere di Tripoli, unti con olio di noce per ravvivarne il colore e renderne la superficie lucida come uno specchio.
MANUTENZIONE PER I PAVIMENTI ALL'APERTO
Per non dover sottoporre il pavimento a una manutenzione annuale il Cesariano consiglia di:
- cospargere il pavimento fino a quando sia diventato lucido come se fosse di vetro con:
cera trementina (terbentina);
resina di pino (raxa di pino).
Questo composto può essere usato anche sopra i pavimenti di mattoni.
Questo trattamento rende i pavimenti particolarmente resistenti alle intemperie.