MALTA CON CALCE E POZZOLANA (II)
Autore: Francesco De Cesare
Anno: 1855
Fonte: Francesco De Cesare, La scienza dell'architettura,
Napoli, Giovanni Pellizone, 1855.
MALTA CON CALCE E POZZOLANA
Sez. I - Cap. VII - Del cocciopisto, dello smalto di ferrugine, e delle pietre artefatte (p. 54)
137. Lo smalto usato dall'ingegnere Majuri nel 1852, per la costruzione dell'antimurale del nostro lido vicino Pozzuoli, si compose di malta fatta, come si disse, di pozzolana fine di Bacoli (n.87) e calcina grassa in pasta. Ad una parte di questa malta si unirono due di scheggioline di pietre vulcaniche della vicina Petriera rotte a grandezza non maggiore di un ovo e bagnate prima di unirsi alla malta. Versato lo smalto nel mare, in forti sacchi di olona impeciati in ambe le facce, dopo otto giorni acquistò una durezza lapidea.
Sperimentò il Majuri che sostituendo alle indicate scheggioline le scorie vulcaniche del Vesuvio le pietre calcaree di Castellammare, niuna influenza esercitavano su la consolidazione della malta.
138. Lo smalto con terra di Santorino (§91), che il sig. Van Korber usò per la costruzione del nuovo molo di fiume fu fatto con malta composta di 57 parti di pozzolana di Santorino, 11 di calce viva, 8 di sabbia. Si preparava nei magazzini, e dopo ridotta ad una consistenza di solida argilla si usava manipolandola con pale e zappe. Alla sopra indicata quantità vi si proporzionavano 65 parti di pietrame minuto di qualunque specie.
Disposti a mare i recinti di legname venivano ripieni con uno strato di questa malta, ed un altro di pietrame, alternativamente versati e battuti.