MALTA DI CALCE E LAPILLI PER LASTRICI CORDONATI
Autore: Francesco De Cesare
Anno: 1855
Fonte: Francesco De Cesare, La scienza dell'architettura,
Napoli, Giovanni Pellizone, 1855.
MALTA DI CALCE E LAPILLI PER LASTRICI CORDONATI
Sez. II - Cap. IV - Dei solai e dei terrazzi (p. 240)
539. I lastrici cordonati sono quelli, che si costruiscono per disporvi sopra un pavimento di marmo, o di quadrelli: essi si versano di altezza 8 cm (30 cent.) e costipati di un terzo per effetto della pigiatura si rimangono nel secondo stadio di loro costruzione. Bastano per essi tre passate di battiture per metterle in sodo, e quattro battute a cordoni. [ ... ]
540. Dicemmo già che il lapillo vulcanico è il più indicato per la costruzione de' lastrici: spesso però non si usa, sia perché di maggior gravità, sia pel prezzo più alto, e per la quantità maggiore di calce che richiede nel suo impasto, non che pel lungo tempo a doversi battere; per cui si è ricorso all'espediente di fare i lastrici con lapillo vulcanico nella sola superficie; e meglio risulta allora, se versato il lastrico, ordinariamente di altezza 13 cm, si batte, e ridotto a cordoni si raschia internamente, e vi si versa lo strato di lapillo vulcanico alto metà del precedente, che si batte e si riduce a perfezione, il tutto all'altezza costipata di 13 cm: basterebbe dare alto strato di lapillo vulcanico anche il quinto dell'altezza totale. La calce che si ammassa con tale lapillo dev'essere in pasta assai più densa.
541. Per quanto sia la cura nella costruzione de' lastrici, alcune volte le lesioni non possono evitarsi, come non si può eliminare la diminuzione di volume della maggior parte de' corpi, che dallo stato umido passano allo stato secco; e si è sperimentato, che in una lunghezza di oltre 8 m è strano se un lastrico non presenti lesione; questa sempre si manifesta sulla grossezza dei muri divisionali allorché ne intermezzano i voti sottoposti: ad oggetto perciò di evitarle nei lastrici di copertura alle diverse stanze, si cavalcano gli uni su gli altri per circa 40 cm.
Il commodo, ed il decoro spesso però non permettono disporre i lastrici a gradoni, e per evitare allora un andamento di lesioni irregolari si procurano nella loro costruzione: si termina cioè uno de' lastrici, e nel lato ove deve continuarsi vi si fissa una sponda di tavole: ultimato il lastrico si leva la sponda, e s'impolvera la grossezza scoverta del lastrico con arena asciutta, e quindi si versa la massa sull'arca consecutiva: [ ... ] Se si versano i due lastrici, in una volta basta separarli con una striscia di carta nel punto ove vuolsi la lesione. [ ... ] questa fenditura poi si tura, o calafatandola con pece e stoppa, con mistura ad olio, o con asfalto; o ritagliata a coda di rondine si riempie di lapillo, che diligentemente si batte.