Francesco Milizia
MALTA DI CALCE E SABBIA (Milizia) - 24_ML_1
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA DI CALCE E SABBIA
Parte terza - Cap. v (p. 419)
Non si può assegnar niente di costante circa la dose dell'arena colla calce per fare una buona malta. Ciò deve variare secondo la varietà degl'ingredienti, de' paesi e delle qualità della muratura. Ordinariamente si fa metà e metà. Ma se la calce è buona si possono mettere 3/5 d'arena e 2/5 di calce e talvolta anche 2/3 d'arena, e fino anche 3/4, il che è bene straordinario, essendo rarissima si forte e si grassa da portare tanta arena. Vitruvio crede che la miglior malta è quella dove siano tre parti d'arena di cava, o due d'arena di fiume, ed una di calce: egli stima che sarà anco migliore se vi si aggiunge una parte di tegola pesta. In somma la miglior calce è suscettibile di maggior quantità di arena migliore.
Ma qualunque sieno gli ingredienti che in qualunque proporzione compongono la malta, la di lei perfezione principalmente deriva dalla fatica di maneggiarla. Gli antichi dicevano che la malta va stemperata col sudor della fronte, cioè: misticata lungo tempo, in vece di mettervi molt'acqua per averla subito e senza fatica. A forza di braccia ha da diventar liquida e grassa. Poc'acqua anzi niente. Non è la necessità, ma la pigrizia degli operai che v'impiega l'acqua, la quale la sgrassa, ne ammortisce i sali e ne diminuisce la bontà. [ ... ]
MALTA CON CALCE E CENERE DI LEGNO - 24_ML_2
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CALCE E CENERE DI LEGNO
Composizione/lavorazione - Parte terza - Cap. v (p. 419)
A Tunisi e sulle coste di Barbaria si usa attualmente una malta come forse la praticavano i Cartaginesi. E’ composta di una parte di arena, di due parti di cenere di legno, e di tre parti di calce. Queste tre sostanze si passano allo staccio, si misticano esattamente, si umettano con un tantino d'acqua, e si manipolano insieme per tre giorni e tre notti senza interruzione affinché tutto si incorpori perfettamente; e mentre questo miscuglio si va stemperando e rapprendendo, si umetta alternativamente con acqua e con olio, e si continua rimescolare finché tutto divenga omogeneo e compatto.
ADDITIVI PER MALTA DI CALCE - 24_ML_3
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
ADDITIVI PER MALTA DI CALCE
Parte terza - Cap. v (p. 421)
Pretendono alcuni, che la fuliggine stemperata nell'orina e frammista con quell'acqua che serve a mescolar la malta, sia efficace a fare la più sollecita presa. Quello che è certo si è, che il sale ammoniaco, sciolto nell'acqua di fiume e misto colla malta le fa fare una presa pronta pari al gesso.
La polvere della stessa pietra con cui si è fatta la calce produce lo stesso effetto.
MALTA CON CENERE E SCORIE DI FERRO PER INTONACO IMPERMEABILE - 24_ML_4
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CENERE E SCORIE DI FERRO PER INTONACO IMPERMEABILE
Composizione - Parte terza - Cap. v (p. 421)
Si fa ancora pel medesimo oggetto un cosimile misto di carbone stritolato, di cenere e di scoria di ferro ben pesta. Se si stempera la calce con olio di lino o di noce, e si unisce con arena o con macerie, si ha una malta impenetrabile dall'acqua. [ ... ]
MALTA CON CALCE E ADDITIVI ORGANICI PER INTONACO - 24_ML_5
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CALCE E ADDITIVI ORGANICI PER INTONACO
Parte terza - Cap. v (p. 422)
Per gli intonachi de' muri e delle volte è assai buona una malta bianca, composta di pelo di bue mescolato con calce e con acqua senz'altra arena.
Gli antichi smorzavano una gleba di calce fresca nel vino; la tritavano poi con grasso di porco e con latte di fico, ne risultava una massa più dura di qualunque marmo. Che gagliarda malta non sarebbe questa per gli acquedotti e per le cisterne, specialmente se vi si mescolasse pece liquida, e dopo applicata si lavorasse con olio di lino?
MALTA CON CENERE E ARGILLA - 24_ML_6
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CENERE E ARGILLA
Parte terza - Cap, v (p. 422)
Negli atti dell'Accademia di Svezia si dà conto d'una malta composta nel modo seguente: 9 parte di argilla fina; 6 di ceneri stacciate: 3 di sabbia fina; 6 di olio, o olio di lino, o di catrame; con acqua sufficiente finché il tutto si ispessisca: si rimescoli, si batta si pesti per un giorno; più si lavorerà più diverrà consistente. L'olio e il catrame si metta a poco a poco, e vi si aggiunga di tempo in tempo dell'acqua affinché s'impasti meglio. Questa malta è ottima per le volte, perché si secca e si indurisce subito, specialmente se sieno coperte di sabbia fina. Si può adoperare con gran successo ne' luoghi umidi, perché non attrae l'umidità. Si è provato a tenere un pezzo nell'acqua per sei mesi senza alterazioni del suo peso; segno certo che non vi si è introdotta acqua. Dove riesca disgustevole l'odore del catrame, ch'è d'un odor forte e durevole si usi olio.
La malta per i fornelli si fa di argilla rossa mescolata con acqua in cui sia stemperato sterco di cavallo e fuliggine di camino.
MALTA CON CALCE, POLVERE DI MARMO E GESSO PER PAVIMENTO - 24_ML_7
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CALCE, POLVERE DI MARMO E GESSO PER PAVIMENTO
Parte terza - Cap. v (p. 422)
Se alla calce si unisce marmo, tufo e gesso ridotto in polvere, e vi si frammischi acqua, ovvero orina, quando il tutto sia ben macerato è ottimo per fare un pavimento durissimo, il quale riuscirà anche lustro se si atterge con olio di lino o di noce. [ ... ]
MALTE CON INGREDIENTI VARI PER MASTICI - 24_ML_8
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTE CON INGREDIENTI VARI PER MASTICI
Parte terza - Cap. v (p. 423)
Se al gesso o alla calce viva si unisce un coagolo di latte sbutirato, o bianco d'uova, si ha un glutine tenacissimo. Anche il cacio macerato per lungo tempo nell'acqua, poi agitato nell'acqua bollente, e stemperato sopra una lapide con calce viva, fa un buon cemento per i vetri. Ma il più efficace per i vetri e per le porcellane è il sugo d'aglio. Un miscuglio di porzioni uguali di vetro polverizzato, di sal marino e di limatura di ferro, frammisti e fermentati insieme, formano il miglior cemento che finora si conosca.
MALTA CON CALCE VIVA, CALCE SPENTA E COCCIO PESTO - 24_ML_9
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CALCE VIVA, CALCE SPENTA E COCCIO PESTO
Parte terza - Cap. v (p. 424)
Una parte di mattone ben pesto e setacciato, due parti di sabbia fine di fiume crivellata, un quarto di calce smorzata e stemperata, e un quarto di calce viva in polvere, impastando e impiegando tutto sollecitamente, formano una malta fortissima per intonacare i bacini, canali e ogni costruzione da mantenere in acqua. In mancanza di mattone pesto si possono adoperare delle focacce di terra cotta al forno e ridotta in polvere, ovvero tufo secco e pietroso, polverizzato e stacciato: questo riesce più leggero.
MALTA DI CALCE VIVA E POLVERE DI CARBONE - 24_ML_10
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA DI CALCE VIVA E POLVERE DI CARBONE
Composizione - Parte terza - Cap.v (p. 424)
La polvere di carbon fossile mescolata con egual quantità di calce viva fa anche un intonaco impenetrabile all'acqua.
MALTA CON CALCE VIVA - 24_ML_11
Autore: Francesco Milizia
Anno: 1781
Fonte: Francesco Milizia, Principj di architettura civile,
Opera illustrata dal professore architetto Giovanni Antolini, seconda edizione
milanese migliorata per cura del Dottor L. Masieri, Milano, C. Majocchi, 1847.
MALTA CON CALCE VIVA
Parte terza - Cap. v (pp. 424-425)
E’ di grandissima utilità il metodo ingegnoso inventato nel 1773 da M. Loriot, per comporre una malta o cemento di uso universale, e della maggior durata per le fabbriche. Ognuno sa che la sola calce smorzata e stemperata non fa presa, dissecandosi si riduce in polvere. Ma egli ha sperimentato che, se alla medesima calce smorzata si aggiunge un terzo di calce viva in polvere finissima, e s'impasta esattamente, e si adopera subito, ne risulta immediatamente una sostanza della maggiore consistenza, una lapidificazione istantanea, senza più né ritirarsi, né stendersi, restando sempre nello stesso stato in cui si è trovata nel momento della sua fissità. Egli ha veduto questo cemento reggere inalterabilmente ad ogni intemperie ed a qualunque massa d'acqua. Questa è la base della scoperta: scoperta grande.
Eccone le conseguenze ch' ei ne ha giustamente dedotto. Le marne esattamente polverizzate e stemperate s'incorporano a meraviglia colla calce. In somma tutte le vetrificazioni de' fornelli, delle fucine, delle fonderie, che sono impregnate di sostanze metalliche alterate dal fuoco, tutti gli avanzi delle pietre, e tutte le macerie fanno colla calce un'eccellente malta. [ ... ] Per ridurre la calce in finissima ed impalpabile polvere, come si richiede pel buon effetto, si lasci estinguere all'aria libera in luogo aperto, finché sia ridotta in polvere impalpabile; indi si ricalcini in un forno da vetri a misura che se ne ha bisogno. Questo metodo più economico e più sicuro di quello di pestarla ne' mortai e di stacciarla con tanto nocumento degli operai. Questo è il metodo di M. Loriot, migliorato da M. de Morveau.