Giuseppe Musso, Giuseppe Copperi
MALTA CON CALCE E SABBIA PER INTONACO - 41_MC_1
Autore: Giuseppe Musso, Giuseppe Copperi
Anno: 1870-1887
Fonte: Giuseppe Musso – Giuseppe Copperi, Particolari di
costruzioni murali e finimenti de' fabbricati, Torino, Paravia, 1870-1887.
MALTA CON CALCE E SABBIA PER INTONACO
Vol. I - Cap. XI - Cornici, Cornicioni ed Arricciature (pp. 66-67)
Arricciatura esterna. Ultimata la sagomatura degli stipiti e delle cornici di decorazione si fa l'arricciatura piana fra le medesime, che si eseguisce formando dapprima alcune liste verticali di intonaco piane e rettilinee che servono di guida e rappresentano il filo dei muro civilizzato già indicato al margine delle cornici.
Si rinzaffa quindi il muro con intonaco di calce bagnando preventivamente con acqua le parti a mattoni, poi facendo opportunamente scorrere sulle liste i margini predetti, che servono da guide, un regolo di legno ben dritto, si esporta con esso la calce sovrabbondante, riducendo l'intonaco ad una superficie regolarmente piana. Su questa si distende colla cazzuola uno strato sottilissimo di stucco (calce con pochissima sabbia) e quando abbia preso un po' di consistenza si regolarizza, prima col pialletto e quindi collo strofinaccio, spruzzando opportunamente l'intonaco con un pennello bagnato nell'acqua.
Con questa operazione si riempiono di stucco i pori dell'intonaco e quelle sinuosità che la malta precedente più grossolana, avrà lasciato alla superficie.
Arricciature e cornici interne. Ultimato il disarmo delle volte, la costruzione dei muricci e le finte teste di padiglione (ove occorrano) si fanno le arricciature interne.
Per queste, massime se fatte in luoghi asciutti, si possono con vantaggio del costruttore adoperare le calci grasse in luogo di quella idraulica, la quale è preferibile per le murature e le stabiliture esterne. Le calci grasse hanno il vantaggio che meglio delle altre si prestano per le dipinture e per lo stucco lucido.
Però qualunque sia la qualità della calce adoperata, tanto in queste arricciature che nelle esterne, deve sempre essere spenta da oltre una settimana onde evitare ogni sorta di fioritura e sbullettamenti che potrebbero verificarsi adoperando calce estinta di fresco.
Le arricciature interne si fanno in modo analogo a quello indicato per le esterne, avvertendo che la faccia del muro stabilita risulti sempre a grana fina ben liscia, piana, senza ondulazioni ed a perfetto appiombo.
Lo spessore dell'intonaco sarà sempre quanto più possibile sottile, e ciò a seconda della regolarità e perfezione con cui furono costrutti i muri. Le spigolature si ottengono vive e ben dritte, mettendo contro il muro un regolo di legno che ne determina una faccia ed il limite dello spigolo, e riempiendo lo spazio tra di esso e la muratura con gesso o cemento che si liscia colla cazzuola secondo l'andamento del regolo stesso. Le spigolature servono pure di guida per l'arricciatura dei muri.
MALTA DI GESSO E COLLA PER FINTO MARMO - 41_MC_2
Autore: Giuseppe Musso, Giuseppe Copperi
Anno: 1870-1887
Fonte: Giuseppe Musso – Giuseppe Copperi, Particolari di
costruzioni murali e finimenti de' fabbricati, Torino, Paravia, 1870-1887.
MALTA DI GESSO E COLLA PER FINTO MARMO
Vol. I - Cap. XI - Cornici, Cornicioni ed Arricciature (p. 179)
Stucco ad olio. Lo stucco ad olio si fa sui muri per imitare i marmi ed anche i lavori propriamente detti avvertendo che esso però non dura sui muri o negli ambienti umidi per loro natura od ubicazione ed in progresso di tempo si degrada, si sfoglia e si distacca.
Per eseguirlo si prepara la superficie del muro, preventivamente raschiata e spazzata, con uno strato di mastice composto di gesso vivo fino e colla animale assai densa, che si applica sul muro con una spatola di ferro in due distinte riprese quindi si raschia leggermente e si strofina colla carta a vetro per ottenere una superficie ben levigata, poi si spalma o si ricopre con due riprese di colla liquida e su questa preparazione si colorisce con diverse riprese di biacca e colori a olio misto con essenza di trementina, e quando il lavoro di tinteggiatura sia bene asciutto si può verniciare o no secondoché si voglia ottenere lo stucco lucido od opaco.
MALTA CON CALCE E COCCIO PESTO PER PAVIMENTI ALLA VENEZIANA - 41_MC_3
Autore: Giuseppe Musso, Giuseppe Copperi
Anno: 1870-1887
Fonte: Giuseppe Musso – Giuseppe Copperi, Particolari di
costruzioni murali e finimenti de' fabbricati, Torino, Paravia, 1870-1887.
MALTA CON CALCE E COCCIO PESTO PER PAVIMENTI ALLA VENEZIANA
Vol. II - Cap. I - Pavimenti (pp. 1-2)
Pavimento in mosaico alla Veneziana. Costruzione dei pavimenti in mosaico alla veneziana.
- La costruzione dei pavimenti alla Veneziana richiede molta diligenza e molta accuratezza perché riescano soddisfacenti.
La prima operazione che si deve fare si è di spianare ben bene il sottosuolo su cui il pavimento si deve costruire e comprimerlo tanto da prevenire ogni depressione.
Si prepara quindi un calcestruzzo duro con buona malta di calce idraulica, sabbia grossa ben lavata e coccio di mattoni o di tegole grossamente triturate in pezzi non maggiori di due centimetri, che si stende sul piano preparato, collo spessore uniforme, ordinariamente di tre o quattro centimetri.
Disteso cosi questo strato di calcestruzzo lo si lascia alquanto asciugare e quindi con una verga di ferro, che abbiamo figurata nella tavola, sopra tutta la sua superficie in modo da assodarlo per bene, si fanno così scomparire tutte le screpolature che si saranno formate in quel principio di essiccazione, si fa venire alla superficie il grassello di calce.
- Lasciato quindi riposare un altro poco, si ripete l'operazione della battitura, o vergatura che si voglia dire, in senso trasversale a quella fatta prima spruzzandone, ove occorra, leggermente di acqua la superficie. Questa operazione è fatta specialmente per ottenere un perfetto assodamento, ed anche per evitare che si formino delle screpolature col restringersi del calcestruzzo, le quali si manifesterebbero nel pavimento.
E’ indispensabile per ottenere buoni risultati che l'essiccazione di questo primo strato si faccia lentamente, e che sia accuratamente difeso dai raggi solari.
Si stende quindi sopra di esso un altro strato dello spessore di 2 cent. circa di malta grassa, finissima, formata con grassello di calce, sabbia fina e coccio fino in polvere di mattoni pesti (esclusa la polvere naturale dei laterizi).
Quando questo secondo strato sia alquanto asciugato, si segnano sovra di esso le linee ed i disegni di ornamento del pavimento e poi vi si piantano le pietruzze che debbono formare il mosaico.
I mosaici alla Veneziana si distinguono in mosaici a grossa macchia e mosaici ordinari - e possono essere piantati o seminati.
MOSAICI A GROSSA MACCHIA (piantati) - I mosaici a grossa macchia sono generalmente piantati e si eseguiscono con pezzi di marmo tagliati a colpi di martello, il quale ha perciò un estremità alquanto affilata come si vede nelle figura. L'operaio tenendo il pezzo di marmo fra le dita, e battendovi sopra a suo talento, lo divide in pezzi netti e regolari e facettati a superfici piane questi pezzi che avranno lati di circa 3 cent. si piantano battendoli leggermente nello strato superiore del battuto di calce sovra descritto, l'uno contro l'altro in modo che gli spigoli di ognuno combacino perfettamente con quelli dei pezzi che stanno attorno, come si vede nei particolari di mosaici diversi che trovasi figurati nella tavola preaccennata.
E’ forse superfluo il notare che sebbene in questa tavola il mosaico piantato a grossa macchia sia tutto dello stesso colore, si può a volontà eseguire con marmi di qualità e di colore diverso. Giova però notare che usando marmi diversi è indispensabile per la solidità del pavimento che essi siano possibilmente di eguale durezza ed ugualmente inalterabili all'azione dell'aria, poiché altrimenti come spesso avviene, i pezzi meno duri sarebbero più presto consumati dall'uso, ed il pavimento diventerebbe in progresso di tempo molto deturpato e deformato.
Le linee, o fasce che si vogliano dire, come pure gli ornati, si eseguiscono in modo conforme a quel precedentemente descritto usando preferibilmente pezzi di marmi a facce rettangolari, che si piantano nel tracciamento che prima si sarà disegnato col battuto di calce. [ ... ]
MOSAICI SEMINATI - Il seminato è fatto semplicemente lasciando cadere le pietruzze sul piano preparato, in modo che restino su quello disseminate il più possibile a contatto l'una dell'altra, osservando però che non restino accavallate, riteniamo che quando minori saranno gli spazi fra pietra e pietra, tanto migliore riuscirà il pavimento.
ASSODAMENTO E LEVIGATURA DEI MOSAICI. - Tanto pavimenti piantati che per i seminati, disposte come si è detto le pietruzze sul letto di calce, si innaffia con acqua tutta la superficie. Si fa quindi scorrere sovra di esso il rullo, che ordinariamente è di ferro o ghisa, e mercé il suo peso e la sua forma cilindrica conficca uniformemente tutte le pietruzze nel battuto sottostante facendo emergere sovra di esso il grassello di calce.
MALTA CON CALCE E LATTE PER TINTEGGIATURA - 41_MC_4
Autore: Giuseppe Musso, Giuseppe Copperi
Anno: 1870-1887
Fonte: Giuseppe Musso – Giuseppe Copperi, Particolari di
costruzioni murali e finimenti de' fabbricati, Torino, Paravia, 1870-1887.
MALTA CON CALCE E LATTE PER TINTEGGIATURA
Vol. II - Cap. XXIV - Opere di coloritura, verniciatura e decorazione (p. 174)
Spruzzatura. Imitazione di graniti.
Le tinteggiature ad imitazione di graniti si fanno spruzzando la coloritura con diverse tinte per imitare i grani dei veri minerali che entrano nella composizione del granito. Queste tinte son fatte con calce e colori diluiti nell'acqua con 1/3 circa di latte, che da maggior consistenza alla spruzzatura, e che per economia viene spesso sostituito in parte con sapone sciolto. Quando però s'impieghi nella spruzzatura il color nero, questo si stempera e si diluisce sempre ed unicamente nel latte puro.