MALTA CON GESSO PER DECORAZIONI PLASTICHE
Autore: Jean Rondelet
Anno: 1802-1817
Fonte: Jean Rondelet, Trattato teorico pratico dell'arte di
edificare, Mantova, F.lli Negretti, 1834.
MALTA CON GESSO PER DECORAZIONI PLASTICHE
Libro quarto - Murazione (p. 96)
Stucco per gli ornamenti e sagome di architettura
Quando le opere in istucco devono avere molto rilievo, come capitelli, trofei, o cornici, si comincia dal far l'ossatura nel modo seguente. Sui muri, sui plafoni o sulle volte ove devesi eseguire il lavoro si fissano chiodi od altre ferramenta più o meno grandi in proporzione dello sporto. Si prepara quindi una malta di calce e sabbia fina ben mescolata, come quella di cui si fa l'ultimo strato degl'intonachi ne'luoghi ove si adopera gesso. Devesi inoltre procurare tanto gesso buono polverizzato quant'è la malta, cioè in proporzione del lavoro.
Apparecchiato il tutto, si comincia dal bagnare con un pennello il luogo ove si sono attaccati i chiodi o ferramenti, facendo in modo di lasciar questi asciutti. S'impasta quindi una certa quantità di gesso con cui si coprono più presto che si possa tutti i chiodi o ferramenti, dando al lavoro l'abbozzo della forma che deve avere. Fatta questa prima operazione si continua con gesso e malta misti assieme nel modo seguente.
Prendesi una certa quantità di malta che si mette sopra una tavoletta, figura e, Tavola LXX; se ne forma una specie di bacino grande abbastanza per contenere una quantità di gesso impastato che sia doppia della malta.
Riempiuta d'acqua questa specie di bacino, vi si semina del gesso colla mano, finché abbia assorbito l'acqua, e s'impastano tutte assieme le materie mescolandole per impiegarle più prontamente che è possibile. Servesi perciò di cazzuole di diverse grandezze o di spatole, secondo che il lavoro è più o meno delicato.
Pel terzo strato si diminuisce la dose del gesso così che per l'ultima forma dello sbozzo basta uno di gesso su tre di malta.
Finito l'abbozzo, mentre è ancor fresco si comincia a dargli le forme principali ed i vuoti che debbono formare gli scuri nell'effetto dell'opera. Finalmente si leva tutto ciò che si è potuto fare di troppo nell'abbozzo, il che è quasi inevitabile in causa della prontezza colla quale devesi operare; perciò si adoprano spatole, curve dentate e raspe. Facendo l'abbozzo bisogna aver sempre il compasso in mano per misurare ciascuna parte e non mettere materie più che non occorrono, o più da una parte che dall'altra, quando gli oggetti sono simmetrici. L'abbozzo così preparato si lascia seccare fino a che non rimane più umido interno: allora si ricopre di stucco che si apparecchia nella seguente maniera.