Lodovico Bolognini
MALTA DI CALCE E SABBIA (Bolognini) - 23_BO_1
Autore: Lodovico Bolognini
Anno: 1778
Fonte: Lodovico Bolognini, Il muratore reggiano, Reggio
Emilia, Davolio, 1825.
MALTA DI CALCE E SABBIA
Composizione - Appendice - Della Calcina, e varj Smalti (p. 232)
La bontà della calcina consiste: 1. nella cottura; 2. nella maniera di spegnerla; 3. nella scelta dell'acqua, e dell'arena.
I più abili Fornaciaj del nostro Dipartimento assicurano, che per la cottura della calcina si richieggono giorni cinque circa; tempo in cui la pratica ha fatto conoscere, che le pietre hanno perduto un terzo del loro peso, come deve succedere, acciò la calcina sia buona, perché perdendone più d'un terzo, è segno, che la calcina è bruciata. Convien credere che il sasso da calcina in Toscana sia diverso da quello, che si trova nel nostro Dipartimento, poiché in quelle Fornaci basta per cuocerle la metà di quel tempo che usiamo delle nostre.
Quanto più la calcina sarà fresca, quanto più presto sarà adoperata temperandola all'uso comune del reggiano, tanto più sarà stabile il lavoro: bisogna però, che vi corrisponda la quantità, e scelta dell'arena e dell'acqua è già da me notata, cioè tre parti di questa, ed una di calce. Per determinare la scelta dell'acqua, convien riflettere, che le crude, ed astringenti non sono le migliori, ma di ottimo uso saranno quelle dei fiumi.
Per temperare la calce senza annegarla con troppo d'acqua, o bruciarla con poca, ciò che leva la forza allo smalto, e la sua grassezza, converrà per mantenere l'una, e l'altra, subito giunta dalla fornace, stendervela all'altezza di un braccio, ed anche più egualmente, dopo di che si coprirà di buona arena almeno all'altezza di due terzi di braccio per tutto eguale. Ciò fatto vi si getta l'acqua sopra in molta quantità, e tale, che l'arena ne sia a sazietà imbevuta, e che la calcina si possa fondere per di sotto senza bruciarsi in veruna parte. Se l'arena screpoli in qualche luogo, e dia segno d'esalare, fumando, prontamente conviene serrare le fenditure con nuova arena, affinché il vapore, o fumo non ne sorta. Essendo così l'arena bene impregnata d'acqua, tutte le pietre della calce si convertiranno in un ammasso di grasso, il quale quando si scoprirà, dopo più anni non avrà perduto della sua forza, e sembrerà un impasto grasso, e glutinoso capace d'una quantità d'arena molto maggiore dell'accennata.
MALTA CON CALCE VECCHIA, CALCE VIVA E COCCIO PESTO - 23_BO_2
Autore: Lodovico Bolognini
Anno: 1778
Fonte: Lodovico Bolognini, Il muratore reggiano, Reggio
Emilia, Davolio, 1825.
MALTA CON CALCE VECCHIA, CALCE VIVA E COCCIO PESTO
Composizione - Appendice - Dello smalto durissimo, che fa presa all'istante, ed impenetrabile all'umidità (p. 233)
Si prende una parte di mattone pesto sottilmente, e setacciato, due parti di sabbia fina passata pel vaglio, calcina vecchia, spenta in quantità sufficiente da formare coll'acqua un impasto al modo solito, e in questo mentre sia adacquata per favorire l'estinzione della calce viva, che si metterà polverizzata sino alla quantità del quarto sopra tutta la massa già divisata.
Le materie essendo bene incorporate conviene impiegarle immediatamente, poiché la minima dilazione può rendere l'uso difettoso, o impossibile.
Un'incamiciatura di questa materia sopra il fondo e su le pareti d'una vasca, di un canale, o di qualunque altra sorta di fabbrica fatta per contenere, o riparare le acque, opera meraviglioso effetto, anche impiegandovene piccola grossezza.
Se saremo contenti di aggiungere un quarto di calcina viva allo smalto semplice ordinario fatto di calcina spenta, e ghiaia di fiume, si formerà un impasto, il quale in 24 ore avrà acquistata più consistenza che il comune in molti mesi.