Pietro Cataneo
MALTA DI CALCE E SABBIA (Cataneo) - 12_CT_1
Autore: Pietro Cataneo
Anno: 1567
Fonte: Pietro Cataneo, Giacomo Barozzi da Vignola. Trattati
con l'aggiunta degli scritti di architettura di .... Milano, il Polifilo, 1985.
MALTA DI CALCE E SABBIA
Libro secondo - Cap. V (p. 270)
Delle calcine; e quali per farle sieno pietre migliori.
Varia la natura delle calcine secondo la varietà delle pietre; e tanto fanno più forte presa quanto di più dure petrine sono fatte. Delle quali alcune sono che in luoghi sotterranei, dove l'umidità abbonda, serrano meravigliosamente: queste sono le albazzane, delle quali le buone si fanno di petrina albarese gentile, di cava. E cosi ogni altra calcina è molto meglio di cava che di sassi raccolti sopra la terra. E dette albazzane, spente ch'elle sono, si convengono subito lavorarle, perché stando spente rimpetriscano e si guastano (e di queste calcine non doveano avere gli antichi, perché, avendone avute, non era a proposito quella legge che non si potessero operare calcine che non fussero state spente almeno tre anni), overo distinguerle da tali albazzane all'altre, perocché nelle bianche avviene il contrario: le quali quanto più stanno spente, diventano migliori, pur che stiano con l'arena ben coperte in pozzi, mortai o altre stanze, acciò che la polvere non la guasti, e si mantenghino più morbide. E quando queste saranno per più anni state spente, tanto più rena comporteranno; e le migliori saranno quelle che di petrina tevertina gentile di cava saranno fatte. E queste sopra terra et al coperto, dove non sia umido, fanno molto maggiore presa che se fossero operate sotterra, o allo scoperto.
MALTA DI CALCE E POLVERE DI MARMO PER DECORAZIONI PLASTICHE - 12_CT_2
Autore: Pietro Cataneo
Anno: 1567
Fonte: Pietro Cataneo, Giacomo Barozzi da Vignola. Trattati
con l'aggiunta degli scritti di architettura di .... Milano, il Polifilo, 1985.
MALTA DI CALCE E POLVERE DI MARMO PER DECORAZIONI PLASTICHE
Libro secondo - Cap. XI (pp. 285-286)
Come s'impastino e si lavorino gli stucchi
Costumasi oggi comunemente fare la pasta dello stucco in questo modo: che si piglia due terzi di calce di marmo o travertino, et in cambio di rena un terzo di marmo pesto sottilmente, incorporandolo et impastandolo bene con tale calcina. Dipoi nel lavorarlo si fanno l'ossa dentro di quel disegno, o scultura, o cornice, o altro ornamento che si desidera fare, di sassi, di mattoni, o mezzane, overo di tufo, o altra pietra dolce e facile da tagliare, murandole con buonissima calce: che così facevano gli antichi. E sopra quello dipoi faccisi la prima coverta di stucco grosso, ruvido e granelloso, perocché sopra a questo vi si appiccherà meglio l'altra coverta di fuore: la quale si farà di stucco molto più bello e sottile, lavorandolo però quando quello di sotto avrà fatto presa, ma non in tutto secco, perché sentendo questo di sopra l'umidità di quello di sotto, viene a fare maggior presa. E nel lavorarlo bagnisi di continuo, acciò che si mantenga più morbido, e facile a maneggiare. E nel fare cornici, capitelli, e base di colonne, architravi, fogliami, et altri assai lavori, si potranno fare forme di legno intagliate d'incavo, secondo che la qualità del disegno ricercherà. E dovendosi fare questi ornamenti in muro piano, si potrà, per dare loro maggiore rilievo, conficcare chiodi di ferro, benché meglio sarebbero di bronzo, o metallo, et in quel luogo mettere lo stucco non sodo, né tenero, ma di conveniente pasta, e ragionevole porzione. E sopra vi si ponga la forma impolverata di polvere di marmo, battendovi sopra dolcemente a bastanza con un martello: e levandola di poi ne resterà la sua impronta. E mentre che indurirà il lavoro, bagnisi spesso con pennelli, e così si potrà ripulire e maneggiare come se fusse di cera: e si ridurrà, e finirà fino alla sua integra perfezione.
MALTA CON GESSO E ADDITIVI VEGETALI PER DECORAZIONI PLASTICHE - 12_CT_3
Autore: Pietro Cataneo
Anno: 1567
Fonte: Pietro Cataneo, Giacomo Barozzi da Vignola. Trattati
con l'aggiunta degli scritti di architettura di .... Milano, il Polifilo, 1985.
MALTA CON GESSO E ADDITIVI VEGETALI PER DECORAZIONI PLASTICHE
Libro secondo - Cap. XI (p. 286)
Quando qualche parte della fabrica, nella quale si lavorasse di stucco, per causa di grotte, terreno, o altri accidenti sentisse umido, overo per i lavori delle fontane, saria in tal caso molto a proposito non solo murare l'ossa sotto di calcina albazzana, ma ancora la prima coverta più grossa sopra tali ossa farla di stucco impastando con tale albazzana: quando questa, come abbiamo detto, fa all'umido meravigliosa presa; ma, per essere molto livida, si farà sovra quella la coverta di fuore di stucco impastata di calcina bianca. Alcuni hanno usato una maniera di stucco in questo modo: che pigliano buccie di olmo, fieno greco, vette e cime di malva, e ne fanno decozzione; dipoi pigliano otto parti di calcina di marmo, una parte di solfo vivo, e due parti di polvere di pomice, incorporando benissimo queste cose in tale decozzione, per otto dieci giorni rimenandola spesso. E nell'operarla pigliano giesso stato nel forno caldo bene spolverizzato di mano in mano quella quantità che sia di bisogno a fare conveniente pasta, perché facendo altrimenti si guasterebbe. E questo dicono che molto meglio resiste all'aria scoperta, ai venti, alle pioggie, et ai ghiacciati. E quando loro manca calcina di marmo, si servono della sua polvere, o di altra calcina.
MALTA CON CALCE, SABBIA E GHIAIA PER CALCESTRUZZO - 12_CT_4
Autore: Pietro Cataneo
Anno: 1567
Fonte: Pietro Cataneo, Giacomo Barozzi da Vignola. Trattati
con l'aggiunta degli scritti di architettura di .... Milano, il Polifilo, 1985.
MALTA CON CALCE, SABBIA E GHIAIA PER CALCESTRUZZO
Libro secondo - Cap. XII (p. 287)
Calcestruzzo o smalto di due sorti
Grande utile, comodità, e vaghezza ci rende lo smalto, o calcestruzzo; e si fa di due sorti: una serve ai pozzi, cisterne, fontane, e conserve di acqua ritenendola in quelle, acciò che per i pori della terra non possa pigliare esito. Così ancora per le logge che si fanno scoperte senza tetto resiste all'acque, che non possino penetrare sotto le loro volte, quando sia con diligenza bene ordinato. E volendo fare questo, piglisi parti una di buona calcina albazzana, parti una di ghiara sottile, parti una di buonissima rena, et in questi si piglia per i più la rena di fiume molto ben lavata, aggiungendovi polvere di treverino, perché lo fa migliore: e messo che egli è in opera, non se gli dà più molestia.
MALTA CON CALCE E COCCIO PESTO PER PAVIMENTO - 12_CT_5
Autore: Pietro Cataneo
Anno: 1567
Fonte: Pietro Cataneo, Giacomo Barozzi da Vignola. Trattati
con l'aggiunta degli scritti di architettura di .... Milano, il Polifilo, 1985.
MALTA CON CALCE E COCCIO PESTO PER PAVIMENTO
Libro secondo - Cap. XII (pp. 287-288)
L'altra sorte di calcestruzzo o smalto serve per i pavimenti delle case o altre fabbriche dentro al coperto, in tutti quei luoghi massime che non abbiano comodità di buoni e perfetti pavimenti, o altro lavoro di quadro a tale uso conveniente, come interviene per la maggior parte in Lombardia et a Venezia: che in questa città vi si fa del molto bello. La sua composizione si farà in questo modo: piglisi per ogni due staia di calcina due altre staia di polvere di tegole, con mezzo staio di scaglia di ferro, e s'intridino e mescolino insieme con decozione di bucce di olmo, rimenandole spesso per quindici giorni, acciò che meglio venghino a imbeverarsi e fare corpo insieme, E smaltisi dipoi il pavimento, o qual si sia altra opera, e si difreghi ogni giorno con morca di oglio, o lardo, con la mescola o cazzuola, sino a tanto che se gli vegga sputare certa acquiccia bianca; et alora, senza più toccarlo, si lassi in tutto seccare. E nella incrostatura di sopra per i solari o palchi se gli potrà per più bellezza aggiungere del cinabro.