MALTA CON COCCIO PESTO E CIOTTOLI PER PAVIMENTO
Autore: Plinius C. Secundus
Anno:
I secolo d.C.
Fonte:
Gaio Plinio Secondo (Il Vecchio), Naturalis Historia
MALTA CON COCCIO PESTO E CIOTTOLI PER PAVIMENTO
Libro XXXVI - Il marmo (pp. 722-725)
186. Le terrazze pavimentate furono una scoperta dei Greci, che con esse coprono sale da pranzo: una soluzione adatta alle zone dove il clima è mite, ma insidiosa in tutti i climi soggetti a gelate. E’ necessario fare come base due tavolati incrociati ed inchiodarne le estremità per evitare imbarcature, aggiungere all'impasto fresco un terzo di frantumi di terracotta; poi l'impasto, mescolato con due quinti di calce, va spianato con la mazzeranga nello spessore di un piede; quindi si deposita uno strato centrale spesso sei dita, e vi si sovrappongono grandi lastre alte non meno di due dita (l'altezza cui deve attenersi è di un’oncia e mezza ogni dieci piedi); la superficie va levigata diligentemente con la cote. Si ritiene che sia dannoso fare i tavolati con assi di quercia, perché si imbarcano, e che anzi sia opportuno fare uno strato di felci o di paglia sotto la calce, perché l'effetto di questa giunga attenuato al legno. E’ essenziale anche mettere uno strato di ciottoli tondi. Si costruiscono in modo analogo anche i pavimenti di terracotta a spina.
186. Subilialia Graeci invenere talibus domos contegentes, facile tractu tepente, sed fallax ubicumque imbres gelant. Necessarium binas per diversum coaxtiones substerni et capita earum praeligi, ne torqueantur, et ruderi novo tertiam partem testae tusae addi, dein rudus, in quo II quintae calci misceantur, pedali crassitudine festucari, tunc nucleo crasso VI digitos inducti, tessella grandi non minus alta II digitos strui, fastigium vero servari in pedes denos sescunciae ac diligenter cote despumari. Quernis axibus contabulari, quia torquentur, intile putant, immo et felice aut palea substerni melius esse, quo minor vis calcis perveniat. Necessarium et globosum lapidem subici. Similiter fiunt spicata testacea.