DE’ TEMPI, E MODI PER CUOCER BENE LE CALCINE DI VARIE SORTI
Autore: Vincenzo Scamozzi
Anno: 1615.
L’Idea
dell’Architettura Universale di Vincenzo Scamozzi architetto veneto,
Venezia.
DE’ TEMPI, E MODI PER CUOCER BENE LE CALCINE DI VARIE SORTI
Tomo II, Lib. VII, Capo XVIII.
PERCHE è molto util cosa, e di grandissimo risparmio allefabriche, & a' Padroni il far calcine à proprie spese; però havendo detto delle qualità delle pietre seguiremo di mano in mano altre cose necessarie. Le Calcare, che propriamente così si chiamano dalla voce del Calcolo di che sì fà la calcina, si deono collocare al piede di qualche colle, ò altro luogo rilevato, ò essendo al piano si terrapieni molto bene intorno via, & habbino il piano pendente all'infuori, acciò l'Aria vi entri salendo. Siano di forma rotonda di 10. in 12. piedi di Diametro, e tanto siano in altezza; tirate à piombo, ò alquanto più ristrette al disopra: acciò il foco facci maggior effetto.
LA BOCCA sia volta a mezodì come aspetto migliore, la sua altezza sia alle spalle d'un huomo commune, e larga non più di 3. piedi, & ne sguanzi all'infuori 5. per il maneggiar delle pietre, e sia cinta all'intorno di mura di quadrelli crudi, ò di pietre, che sprezzino il foco: grossa un piedi; mà alla bocca alquanto più; acciò non sia consumata dal foco, ò rovinata dal maneggio delle pietre. Le calcare di 10. Piedi capirano 600. in 700. mogetti di calcina alla quale anderà 600. overo 700. passa di legna commune di noce, & à quelle di 12. piedi quasi altretanto, & ogni mogetto ritiene due staia Vicentine, ò Padovane, de' quali ne và 12. al carro, che è poco più d'una bena, ò 18. al carrezzo.
LE FORNACI per servirsene lungo tempo si fanno quadrate, ò alquanto più lunghe con due, e tre, e più bocche in faccia; mà divise di dentrovia, e deono esser murate di quadrelli crudi, e messi con malta di terreno cretoso, come si disse nelle passate ad uso de' lavori di pietre cotte: dimodo che una fornace lunga .. piedi, e larga all'indentro .. piedi, & alta dal piano in sù piedi .. renderà 150. & anco 200. Carra di calcina. Le calcine ordinariamente si fanno il mese di Marzo, & Aprile, essendo che allhora s'incomincia gagliardamente à fabricare, e gli huomini, & i bestiami sono liberi da gli affari de le campagne per condurle quà, e là; si come altre se ne fanno dopò le vendemmie.
NELLE fornaci, ò calcare s'incomincia cò ordine à metter prima le pietre più grosse sopra una banchetta di muraglia alta un piede; e larga quasi quattro: perche da là in giù sia luogo dalle ceneri, e spacio per la legna, e potersi maneggiare i calcaroli con le stanghe à far il foco: e così si vadi alciando fino alle spalle dell'huomo, e poi sopra alle bocche, e tutto oltre si faccino le volte à Piramide alte nel mezo 7. piedi, e di mano in mano riempiendo di pietre mezane; mà però non tanto serrate, che il foco non possi entrare, e salire ad alto, & alla fine si mettino di sopravia le minute ammontate nel mezo: perche à questo modo si coceranno egualmente. Mà la Scaglia Padovana, perche si mette à giacere del piano in sù, si fanno d'essa pilastri con spacij vuoti d'un piede, e più per quadro, trà l'uno, e l'altro; perche essendo come eguale nò rimangono spacij tra esse, come a' cementi di monte, & altre pietre irregolari di torrente; e possando poi scaglioni da l'uno all'altro pilastrello, fermandole in piedi si faccino le volte tutto oltre, sopra alle quali si mettono altre scaglie pur in piano, in altezza di 6. in 8. piedi.
AD OGNI Calcara fa bisogno almeno due persone, che vicindevolmente attendino al foco, il quale si dà prima in bocca di legne sottili, e secche: e poi all'indentro di legne mezane, che facciano buona fiamma; perche le molto forti, e grosse abbrucciano la calce, e anco bisogno di tratto in tratto sollevar le legne; acciò vi entri Aria sotto, come à reverbero alle fornaci da metalli: essendoche a questo modo ardono più facilmente, e si coce con manco legna, e di tratto in tratto con i rastelli di ferro si tirino le braccia alla bocca, acciò diano luogo alle fiamme, e si risolvino in cenere.
A' PRINCIPIO il foco fà il fumo denso, & oscuro, e perciò le pietre vengono nere da esso, e dal caligine, e poi s'infocano come braccia, & à poco à poco il fumo si và schiaràdo, che è segno, che sia levato l'humidità, e le pietre per ordinario si cuoceno in 4. e al più in 5. giorni, e notti continove di foco, il quale sta 3. e anco 4. giorni a comparire nel disopra alla calcara, & allhora si stende paglia bagnata, overo fieno azimo, e con pasta di terren cretoso grossa almen un dito s'inluta bene di sopravia, & assai più dove esce molto il foco; perche così egli si manda altrove. Questa incrostatura ad un tratto si coce, e si sfende quà, e là, per dove il foco guidato dall'Aria esce à misura, & à questo modo le pietre si compongono meglio la dentro.
LE PIETRE da calcina si cuoceno più presto, e più tardi: secondo la forma della fornace, e la forza del foco, e la quantità, e la qualità delle pietre, e l'ordine nel quale elle sono state poste la dentro: onde essendo le cose in mediocrità in 60. hore si cuoceno i cementi, ò pietre di monte per esser più tenere, e dolci, e porose dell'altre; mà le pietre dure, e vive, e quelle di scaglia Padovana, e quelle di torrenti non vogliono meno di 100. hore di foco continovo, & anco alle volte più, e de l'una, e dell'altra sorte ne habbiamo fatto far prova, e vedutone l'effetto più volte, contra l'opinione di molti.
I SEGNI, che le pietre nella fornace siano cotte, e divenute calce sono principalmente questi, che il foco russa, perché non hà materia da consumare, e divenghi di color azzuro vicino alle pietre, e non faccia fumo; mà eschi il calor chiaro come l'Aria, e tutta la massa delle pietre cala alquanto à basso; perche le pietre divengono minori, & assai più leggieri, e di peso, i due terzi, (come dice anco Vitruvio) ‑ Lib.2,cap.5 ‑ overo tre quinti di prima, e si sentono d'un suono più dolce, e grato, & hanno perso del tutto l'odore, e color della pietra, & acquistato quello della calce, e più bianchezza.
A' BASSO della fornace le pietre sono quasi sempre troppo cotte, e nel disopra restano alquanto acerbe, onde quelle perdono del loro nervo, e nel esser bagnate non crescono molto, e queste stanno molto più a sgallarsi, & à bagnarsi bene; mà fanno poi la calcina più tenera, e forte alla presa delle mura: laonde le pietre di mezo saràno le migliori per intonacare. Le pietre più dure, e forti, e massime le grandi nel tempo del Verno, si mantengono più intere qualche tempo, perche il caldo ha luogo, e materia da conservarsi, il contrario avviene alle pietre cementice, e tenere, e senza nervo, e molto picciole: perche il caldo svanisce, & esala: posciache ogno poco d'aria humida lo raffredda. Mà di Estate le pietre si rompono, e sgallano in quindeci giorni, e col spezzarsi crescono tanto, che se non si levassero gettarebbero facilmente all'infuori la calcara.
E PERCHE vi sono alcune pietre, che di loro natura non sono atte à cocersi per far calcina; perciò e bene à conoscerle per poterle tralasciare, le pietre molto lustre, e vetrine come quelle del Tesin quì in Lombardia, e parimente di quelle della Tesina, & altre nel Vicentino, e Veronese, delle quali se ne fà il purissimo cristallo, e parimente di quelle gravi, e ferruginee, l'une, e l'altre si scolano, e se invetriano intorno intorno, ò divengono nere trasforate, come a punto la spiuma del ferro, di modo che sono inutili del tutto à far la calce.
LE PIETRE, che sono molto humidiccie amazano il foco, e non fanno alcun buono effetto, le solfericcie ardono, e si consumano quasi del tutto. E finalmente quelle che sono serpentine, e porfirine, & anco le selici durissime, percheil loro, e più forte, e resistente, che non è la forza delfoco, sprezzano il foco, e lo amorbano quasi à fatto; di modo che non lasciano ne anco bene cuocere le altre pietre, che le sono vicine, e perciò si deono metter da canto, come nemiche alla natura del foco. Alcune pietre si spezzano nelle fornaci, perche non hanno tanto humore, che conservi insieme le parti terrestri, e se egli è salso di natura, nel rompersi fanno strepito grandissimo, onde si deono lasciar da parte, e massime nel far delle volte delle fornaci. Dopò levato il foco alla fornace, si cava la cenere, e si lasciano le braccia per due giorni, nel qual tempo si compone molto la calcina; e dapoi si fà in qualche parte cader la volta, onde le pietre cotte vengono verso la bocca, per poterle cavar di fornace.