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QUALI FRA LE MOLTE SPECIE DI SABBIA

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  • QUALI FRA LE MOLTE SPECIE DI SABBIA

Autore: Vincenzo Scamozzi

Anno: 1615.
L’Idea dell’Architettura Universale di Vincenzo Scamozzi architetto veneto, Venezia.

QUALI FRA LE MOLTE SPECIE DI SABBIA siano le migliori, e come si addoprino, e rieschino meglio nelle mura de gli edifici.

Tomo II - Capo XXII.

LA SABBIA di cava frà tutte le specie è riputata la migliore, non perche ella sia di diversa materia, e migliore delle altre; essendo che habbiamo dimostrato, che la maggior parte delle sabbie sono de' fragmenti delle pietre, che si corrodono, e si frangono giù per i fiumi; mà perche à giudicio nostro quella di cava à differenza delle altre si è conservata coperta, e fresca, & humettata dal terreno, che le è sopra, e per la lunghezza del tempo ella è stata purgata dal trapassar delle pioggie. La sabbia di fiume tiene il secondo luogo di bontà, e nel tempo dell'Estate ella è più pura, e netta, e di maggiuor utile: essendoche non hà così misto la terra, e la beletta, e qualche altra sporcitia; come interviene nel tempo del Verno, poiche le molte pioggie conducono del continovo queste cose, e molti fradiciumi, che scolano dalle campagne.

LA BONTA' delle sabbie, cosi di cava, e di fiume, come anco le Arene di mare, si conoscono molto bene con i sensi; perche le migliori si veggono lucide come il sale grosso, molto nette da beletta, e da terra, e da ogni bruttura, e dove ella si piglia, che non habbia ne sterpi, ne radici, ne herbe: siano di color rovaniccio , ò rossiccio, ò gialastro, ò bianchiccio, secondo natura de' sassi de' quali ella sarà logorata, i quali non possono esser conformi in tutti i luoghi. Quando ella sarà tale non torbiderà l'acqua chiara, ancorche meschiata dentro di essa: ne imbrutterà le vesti bianche, ò veramente di altro colore, se ella vi sarà aspersa sopra; mà le lascierà nette, e senza alcun segno di macchia.

All'udito stoppicciandola con le mani stridi, e nel cadere faccia il suono del sale grosso, ò del marmo franto, e pesto.

AL GUSTO non habbia altro sapore, che di semplice pietra, e l'acqua dove ella sarà stata infusa non habbia odore di terra, ò di beletta, ne di fango, ò di creta, ne di salso.

Non dee haver odore se non di pietra di buona natura, e più tosto non sò che come del vetro. Al tenerla stroppicciata sia aspra, dura, di molto peso, e però non portata da venti come la beletta; sia grossa di grana, fresca, e non frangibile, ne in alcun modo se attachi ne alle mani, ne ad alcuna altra cosa, che sarebbe segno di male qualità, e questi segni sono apunto quelli, che si convengono alla sabbia ottima, & anco all'arena buona, e perfetta.

[….]

SE PER qualche accidente si doveremo servire della Beletta, sarà bene à pigliarla ne' luoghi dove ella sia molto dibattuta dall'acque, perche così nella sua specie sarà più netta, e grassa, e pura essendo che la più minuta, e leggiera, & i fradiciumi si scansano facilmente dall'onde, e per la leggierezza loro si riducono da parte. Quando le calcine sono ben stagionate, e gagliarde e forti, e di nervo, ò siano di scaglia Padovana, overo di ciottoli di torrenti, se le meschierà tre tanti di sabbia di cava fresca, (come insegna Vitruvio) ‑ lib 2 c 5 ‑ in una di calcina; mà se saranno calcine men forti, ò di cementi, ò sassi teneri di monte basterà due tanti di sabbia, (massime se fusse di cava) all'una di calcina: oltre che se noi mischiasimo alquanto di tegole peste farebbono maggior presa, e già habbiamo detto più volte, che dalla bontà della calcina, e parimente della sabbia, overo arena, ò altra cosa, equivalente si conseguisse maggior, e minor presa nelle malte, e fermezza delle mura.

[….]

Parte II, lib. VII, capo VIII fac. 199

VICINO alla Città di Bergamo 8. miglia à Zandobio villaggio alla collina, vi sono le cave ne monti; che guardano verso Mattina d'alcune pietre molto nobili essendo bianche, e di grana minuta, che tiene del marmorino, intanto che per la loro saldezza, e bellezza elle si conducono al finimento, e ricevono il lustro come il marmo, delle quali ne sono fatti molti ornamenti in Santa Maria, e la Cappella, e Deposito di Bartolomeo da Bergamo, che fù Generale della Serenissima Signoria, & al presente se ne fà il Palazzo publico di capo alla Piazza di quella Città, & anco si rinova il Duomo ambe due secondo le nostre inventioni, e disegni, & ordini fatti in quella Città: essendo à questo effetto stati chiamati dalla Magnifica Communità l'anno 1611.

CHE COSA SIA SABBIA, E VARIE SPECIE e colori d'esse: e delle sabbie di cava, e di Fiume, e parimente dell'Arena di Mare. Capo XX.

PERCHE nel murare (come dicemmo poco fà) si ricerca la calce, e sabbia ò simile equivalente; e perciò in questo luogo tratteremo della sabbia, e dell'Arena, e del Carbonchio, della Pozzolana, e del Grappillo, e della Beletta, e finalmente se altre cose visono, che possino servire à questo effetto, e prima dimostraremo che materie siano, di che si facciano, dove si ritrovano la differenza trà esse, la scielta, e l'uso loro, e gli effetti che esse fanno nelle malte; accioche assai perfettamente si habbia cognitione di tutte esse.

Per opinione nostra la sabbia per la maggior parte non viene ad esser altro, che i fragmenti di varie sorti di pietre, lequali per esser di natura venose, e frangibili, e perciò col tempo si staccano dalle montagne, ò sono levate violentemente da varij accidenti; e così rottolando giù si spezzano, e pervengono ne' torrenti, e ne' fiumi che scorrono quà, e là per quelle Valli; e condotti giù dall'acque si logorano, e si riducono in sabbia.

E CHE ciò sia vero lo comprendiamo chiaramente per questi nostri fiumi di qualche nome dell'Italia: come il Tevere, & Arno, & il Rhen nell'Apennino, & il Tesin, & Adda, e tanti altri che derivano nel Pò di Lombardia, e l'Adice, e la Brenta, e la Piave, & il Tagliamento, e molti altri in questa Marca Trevigiana, e nella Patria del Friuli, (per non trattar hora di quelli di là da' monti) i quali nascono nelle principali montagne di queste Alpi interne, & esterne dell'Italia, e scorrono per balze, e dirupi, e luoghi sassosi: onde con l'empito loro lievano molti sassi, i quali per il lungo viaggio urtando l'un l'altro si spezzano, e si frangono, e si logorano, & alla fine si riducono in minutissima sabbia.

E TANTO maggiormente si verifica questo, poi che i medesimi fiumi dove essi principiano il corso loro hanno sassi di smisurata grandezza, e di vari forme angolari, & alquanto più là ne' medesimi alvei si ritrovano di mediocre grandezze, e di forme ovate, e rotonde, e simili altre; mà poi molto all'ingiù hanno i sassi assai minori, e senza anguli, e così continovando il loro viaggio si riducono in ciottolini, e finalmente in minuta sabbia, lequali cose habbiamo osservato diligentissimamente non solo ne' sodetti fiumi; mà ancora in molti altri fuori dell'Italia, laqual cosa non interviene in que' fiumi, che nascono, e scorrono solamente nelle pianure.

Poi l'Arena secondo Aristotele si genera nel Mare, perche riscaldato l'acque il salso fà un certo luto, ilquale à poco, à poco indurito si fà Arena, laquale non è altro adunque, che la grasiccia dell'acqua del Mare, e ciò non avviene a' Laghi, & a' Fiumi d'acque dolci, si perche non hanno crassiccia in loro, ne meno sono tanto riscaldate da' raggi del Sole.

Adunque l'Arena per le dette ragioni si ritrova a' lidi del mare, essendovi portate di tempo in tempo dall'onde, e dalle fortune, altre poi si logorano, e si frangono da' monti; e da' scogli, che sono per dentro, & altre finalmente vi sono portate da' torrenti, e da' fiumi, che capitano in esso.

‑ Arist. 2.Anim. Cap.1 ‑

IN CONFERMATIONE di quello, che dice Vitruvio della sabbia, e dell'arena, Plinio raccoglie la maggior parte dicendo, ‑ lib.2 cap.4 , lib.36 cap. 22 ‑ che elle sono di tre sorti, cioè di cava, e di fiume, e di mare; quella di cava è più netta e purgata, e grassa; e però si mette tre parti di sabbia, & una di calce; mà à quella di fiume, & all'Arena di Mare; essendo, e nell'una, e nell'altra qualche mistione di beletta, però se li da due parti, & una di calcina, e se à tutte le malte si giugne una parte di vasi, ò coppi pesti allhora farà maggior presa, laqual cosa si vede esser stata osservata molto da gli antichi, nelle mura de' loro edifici; e massime ne' publici.

LA NATURA è stata tanto provida nel provedere quasi ordinatamente alle cose de' mortali, che dove non è sabbia, ò arena vi ha datto il Carbonco, ò la Pozzolana, ò il Grapillo, come in terra di Lavoro, & altrove vi genera altre cose, che suppliscono à queste, overo in parte al bisogno; e perciò ne' monti; e nelle montagne vi genera una certa specie di sassolini angulari, come il Grapillo, & altrove una certa beletta; in modo che, e di questa, e di quella ne potiamo cavar beneficio, e noi se ne siamo serviti in caso di bisogno.

DI QUESTE materie se ne ritrovano in molti luoghi; e specialmente ne' monti di Asolo di Trevigiana, e parimente nella parte, che guarda à sera vi è una specie di ghiaretta liscia, e rotonda, e grossa come noci, e nocciole, e di varij colori, come se fussero di torrente; e frà mezo ad essa vi è una Beletta molto più minuta, che tiene del color gialletto: della quale se ne servono come di sabbia, e fa molto buona presa rispetto alle sue qualità, non tanto convenevoli.

LE SABBIE sono di varij colori, si come sono varie lepietre dalle quali come habbiamo detto si logorano. Perche le bianche si fanno delle pietre bianche, come abbondantemente, ne sono alle ripe del Tesin; essendo che per tutte quelle mòtagne, e valli per dove egli scorre come dicessimo le pietre sono bianche marmorine; gialliccie, e rossiccie, e quelle che tirano al bruno, e color scuro sono poi fatte di pietre di varie sorti, e più dure, e più tenere, & anco di più colori. Laonde la sabbia, e l'Arena per lo più non si ritrova, ne bianca, ne rossa, ne gialla, ne oscura del tutto; per apunto ma d'un certo color misto di tutti questi; (perche come si è detto) ella è fatta di molte materie, e trà esse di varij colori. Noi lodiamo che le sabbie nelle parti della Lòbardia, e della Marca Trevigiana, e della Patria del Friuli verso i monti, che elle siano più tosto d'un color un poco rossiccio; perche saràno fatte di que' sassi, che per loro natura sono di honesta durezza, e spongiosi,& attrattivi, e perciò molto atti à far buonissima presa con la calce.

ANCORA la sabbia bianca è molto più gentile, e massime esseno fatta di pietre candide, trasparenti, e che tengono del marmo, e scintille di vetro; frà le quali è nobilissima quella del Tesin, che passa à Pavia. Alcune come di Adda ambi fiumi del Milanese, & altre molte se ne ritrovano nelle spòde dell'Adice, e della Brenta, e della Piave, e Tagliamento, e altri torrenti, e fiumi di queste nostre parti, lequali sono molto atte per far smaltature; si per la bianchezza, si ancora perche non sfenderàno cosi facilmente; mà à tutte le sodette precede di gran lunga la sabbia, che si cava nel Vicentino alla costa di Colli di Sant'Orso, i quali sono alla parte di Ponente à monte Sommano, laquale per la sua grassezza ad una parte di calcina vi si mette fino 6. & 8. parti di sabbia, & essendo di straordinaria bianchezza, e di bellissima grana; perciò riesce mirabilmente nelle smaltature reali.

QUANDO si cava molto profondo si ritrova prima il luto, e poi la sabbia; prche quello è indicio, e radice, e principio di essa. La sabbia di cava come dice Vitruvio, e ratifica anco Plinio non si ritrova in ogni luogo essendo, che frà l'Apènino, & il Mar Adriatico dissero, che non se ne ritrovava, e Plinio aggiunge, che dall'Appennino fino al fiume Pò non sia sabbia di cava, e l'uno, e l'altro asseriscono, che oltre al mare non si ritrovano sabbia di cava, e tuttavia si comprende, che dell'una, e dell'altra ne era appresso à Greci; perche Pausania dice, che i sassi di quali si diceva, che Prometeo havesse tramutato in huomini, erano di color non terreo; mà più tosto come del color della sabbia di cava, ò di torrente; cioè biggia. ‑ Anima lib 2 c.1 : lib 2 c.4 / lib 36. c.23 / lib 10 fac 717

ONDE per quello, che noi habbiamo osservato la sabbia di cava non si ritrova nelle pianure vicino alle montagne sassose, ò a' monti; che perciò chiamamo pedemonti, ne anco appresso a' torrenti ove scorrono quelle acque, che molto precipitosamente scendono giù dalle montagne, nel tempo, e per occosioni delle gran pioggie, e molto meno, se ne ritrova ne fiumi, ò nelle campagne, c'hanno le acque, lequali scorrono per luoghi piani, e scosti da' monti sassosi; overo per le paludi; e finalmente non si ritrova sabbia di cava ne' monti; essendo che certissima cosa è, che in tutti questi luoghi raccontati non vi sono mai sormontate l'acque de' fiumi, che portano seco la sabbia.

ADUNQUE per reassumer queste cose la sabbia, ò che ella si cava molto sotterra, come si dirà, overo che si raccoglie alle sponde de' fiumi, ò finalmente, che la ritrovamo nelle spiagge del mare; laquale dimandiamo Arena. E però la sabbia di cava è quella che hà sopra di se il terreno buono, saldo, & amassato, e molto alto, ilquale le sarà stato anticamente condotto sopra da' fiumi in molto spacio di tempo, ò così accresciutto per altri accidenti, e perciò in que' luoghi la sabbia sarà purgata, e molto perfetta: dalle continove pioggie, che vi saranno passate per entro; lequali portano al basso il limo, e la beletta, & ogni altra cosa, che le possi levare la sua bontà.

E CHI considererà bene la sabbia di cava tiene del color bianchiccio, ò giallastro, ò rossiccio, overo scuro, & anco nericcio, secondo il color de' sassi di quelle montagne da' quali sono scesi que' torrenti, ò fiumi c'hanno anticamente potuto innondare quelle campagne, overo sormontare per qualche tempo, come vediamo avvenire a' tempi nostri: e dipoi siano state ricoperte dal terreno, ò sia da altra materia condottavi da qualche accidente, e poi inalciato dalla putrefattione de rovigli, e delle foglie, & alberi, e simiglianti cose della campagna.

A COSTANTINOPOLI oltre all'opinione di Vitruvio, e Plinio addoprano la sabbia di cava, & quella di fiume, le quali sono bianche, & aspre come il sale commune, onde ne riesce una presa notabilissima con la calce. La sabbia di fiume non è mai del tutto pura, e netta, se non dove è sotto il sasso, ò la giara, overo sotto alla caduta delle acque, ò finalmente dove hà gran corso; perche in questi luoghi la beletta, e le altre cose leggieri, e minute sono portate via, & all'incontro la sabbia de' fiumi, i quali passano per le campagne, & alle basse, e vicino alla marina come il Pò, ne' Polesini è sempre mista di terra, e di beletta e fracidumi, i quali sono portati ne gli alvei dal grandissimo corso dell'acque piovane, lequali scendono quì, e là da molte parti nelle campagne.

I GRAN fiumi hanno sempre verso il loro nascimento la sabbia grossa è mista con la ghiara; si come à mezo l'hanno mediocre; mà appresso dove sboccano nel mare molto minuta, e mista con assai beletta; perche nel corso de' fiumi le pietre si logorano, e si macinano, dimodo che divègono minutissime come habbiamo detto. L'arena del mare è detta così dalla sua aridità: essendo che ella manca d'ogni sostanza, perche non hà in se succo, ne humore; oltre che partecipa non so che della crassicia del salso; mà però non è tanto dannoso (come asserisce Vitruvio) ‑ lib 2 c 4 ‑ poiche per la densità non può penetrare all'indentro: e perciò quì in Venetia si addoprano communemente le sabbie, che si tolgono al nelle secche (sic) de' tre Porti nel sboccar del Mare.

IL MARE communemente non hà Arena molto grossa: perche ò che si condensa, e petrifica quel crasso, e spiuma dell'acque, ò che ella si fragne da' monti, e da scogli, che sono la dentro, overo che ella vi è condotta da' fiumi, che vi sboccano dentro: laonde dal flusso, e riflusso dell'onde del mare si frange, e viene minutissima, e perciò la sabbia e più grossa dell'Arena, & anco più grave; perche non è del tutto tanto franta, e sfarinata.

DELLE POZZOLANE, GRAPILLI, ET ALTRE materie da murare, e d'alcune sabbie particolari usate in varii paesi di là da' monti. Capo XXI

ANTICAMENTE era solo conosciuta; ma addoperata grandemente la Pozzolana, (come dice Plinio) chiamandola polvere de' colli di Pozzolo, onde posta da se sola; cioè senza sabbia, ò altro equivalente faceva gran riparo all'onde del mare; mà incorporata poi con la calcina di Cuma: perche là erano sassi molto buoni da cuocere, ogni di più si rendeva inespugnabile, e più forte all'onde. Tutti que' d'intorni di Cuma, e Baie, e Miseno, e Pozzoli, & oltre à Napoli fino al monte di Somma già detto Vesuvio, come habbiamo osservato specialmente di veduta, perche il paese si risente quasi tutto di fuochi sotterranei, e di Solfo, e di Alume, e di Bitume (come dice Vitruvio) perciò da quelle arsioni avviene, che abbondantemente, si ritrova la Pozzolana tanto appropriata à far presa con la calce.

MA' LA migliore veramente e quella, che si ritrova nel territorio di Pozzolo, e nell'istesso colle, e per quelle campagne, e colli si come la ottima, e quella di Cuma, e particolarmente al Promontorio di Minerva, la quale meschiata con la calce fà la sua presa in 60. giorni. Vedendo per tante centinaia di anni le vestiggi delle fabriche per quella riviera, è sopra e sotto terra, e massime al Porto di Pozzolo fatto à Pilastroni, & Archi; delquale ne parlò Strabone, e della forza della Pozzolana, quando dice, che fondano con ghiara, e cemento, e calce, & arena haver fatto resistenza al contrasto dell'onde, e percosse del Mare, intanto che sono corrosi, e mangiati i corsi di laterculi, e nondimeno vi sono rimasi come illesi i letti delle malte, lequali paiono fatte di pietra dura, e viva, che di altra materia.

LA POZZOLANA di Roma, e là d'intorno, è di color rossiccio, forte, e gagliarda; della quale selicano le strade, è fondamenti massicci, e mura, e poi della scura, ò nera si servono per l'intonicature delle mura. Queste Pozzolane sono alquanto più grosse è magre, che quelle in terra di Lavoro; elle si ritrovano nelle campagne cavando sotterra, e seguendo per molto spacio la vena quà, e là, come radici d'alberi.

Quasi una simil sorte di terra, e non polve, come la Pozzolana si ritrovava nella regione de' Ciziceni; Isola (nel Mar Maggiore) laqual per grandissima quantità che fusse tuffandosi nel mare, (come dice Plinio) diveniva pietra, & il medesimo faceva il terreno nella Macedonia, e nel fonte di Gnido, della Caria, da Oropo nel Attica fino in Aulide della Beotia sassosa, tutta la terra alla spiaggia del mare col tempo si tramutava in pietra: onde veniva à esser cosa mirabile ad uso del far le fondamente nel Mare.

IN NAPOLI oltre à molti altri luoghi del Regno cavano una certa materia, laquale chiamano Grapillo, che a parer nostro è una specie di tufo duro, & in ciottolini come Avelllane, (sic) e nocciuolini, e de' più minuti, di color tendente al giallo: laonde del più grosso, e del mezano, si servono per far terrazzi, e del più minuto lo serbano per meschiar nelle malte, per intonacar le mura; essendo che cosi in quelli come in questi fa una presa grandissima.

VI E' IL Carbonchio ilquale è ancor egli una specie di terra granita, laquale si ritrova in Toscana, quasi una specie di Pozzolana: perche anco essa è molto arsiccia, e come abbruccita: in tanto che si può dire, che il Carbonchio sia una specie di tufo arso, & abbrucciato da gli ardori sotterranei: il suo colore, e più tosto infocato che nò; e perciò si dice incarbonciato, laonde da tutte queste cose si comprende benissimo, che non solo la sabbia, e l'Arena del Mare, mà la Pozzolana, & il Carboncolo, e le Pomici, & ogni altra sorte di pietra, ò sasso pesto, ò qual si voglia cosa aspera, & arsa dalla natura.

QUALI FRA LE MOLTE SPECIE DI SABBIA siano le migliori, e come si addoprino, e rieschino meglio nelle mura de gli edifici. Capo XXII.

LA SABBIA di cava frà tutte le specie è riputata la migliore, non perche ella sia di diversa materia, e migliore delle altre; essendo che habbiamo dimostrato, che la maggior parte delle sabbie sono de' fragmenti delle pietre, che si corrodono, e si frangono giù per i fiumi; mà perche à giudicio nostro quella di cava à differenza delle altre si è conservata coperta, e fresca, & humettata dal terreno, che le è sopra, e per la lunghezza del tempo ella è stata purgata dal trapassar delle pioggie. La sabbia di fiume tiene il secondo luogo di bontà, e nel tempo dell'Estate ella è più pura, e netta, e di maggiuor utile: essendoche non hà così misto la terra, e la beletta, e qualche altra sporcitia; come interviene nel tempo del Verno, poiche le molte pioggie conducono del continovo queste cose, e molti fradiciumi, che scolano dalle campagne.

LA BONTA' delle sabbie, cosi di cava, e di fiume, come anco le Arene di mare, si conoscono molto bene con i sensi; perche le migliori si veggono lucide come il sale grosso, molto nette da beletta, e da terra, e da ogni bruttura, e dove ella si piglia, che non habbia ne sterpi, ne radici, ne herbe: siano di color rovaniccio , ò rossiccio, ò gialastro, ò bianchiccio, secondo natura de' sassi de' quali ella sarà logorata, i quali non possono esser conformi in tutti i luoghi. Quando ella sarà tale non torbiderà l'acqua chiara, ancorche meschiata dentro di essa: ne imbrutterà le vesti bianche, ò veramente di altro colore, se ella vi sarà aspersa sopra; mà le lascierà nette, e senza alcun segno di macchia.

All'udito stoppicciandola con le mani stridi, e nel cadere faccia il suono del sale grosso, ò del marmo franto, e pesto.

AL GUSTO non habbia altro sapore, che di semplice pietra, e l'acqua dove ella sarà stata infusa non habbia odore di terra, ò di beletta, ne di fango, ò di creta, ne di salso.

Non dee haver odore se non di pietra di buona natura, e più tosto non sò che come del vetro. Al tenerla stroppicciata sia aspra, dura, di molto peso, e però non portata da venti come la beletta; sia grossa di grana, fresca, e non frangibile, ne in alcun modo se attachi ne alle mani, ne ad alcuna altra cosa, che sarebbe segno di male qualità, e questi segni sono apunto quelli, che si convengono alla sabbia ottima, & anco all'arena buona, e perfetta.

[....]

SE PER qualche accidente si doveremo servire della Beletta, sarà bene à pigliarla ne' luoghi dove ella sia molto dibattuta dall'acque, perche così nella sua specie sarà più netta, e grassa, e pura essendo che la più minuta, e leggiera, & i fradiciumi si scansano facilmente dall'onde, e per la leggierezza loro si riducono da parte. Quando le calcine sono ben stagionate, e gagliarde e forti, e di nervo, ò siano di scaglia Padovana, overo di ciottoli di torrenti, se le meschierà tre tanti di sabbia di cava fresca, (come insegna Vitruvio) ‑ lib 2 c 5 ‑ in una di calcina; mà se saranno calcine men forti, ò di cementi, ò sassi teneri di monte basterà due tanti di sabbia, (massime se fusse di cava) all'una di calcina: oltre che se noi mischiasimo alquanto di tegole peste farebbono maggior presa, e già habbiamo detto più volte, che dalla bontà della calcina, e parimente della sabbia, overo arena, ò altra cosa, equivalente si conseguisse maggior, e minor presa nelle malte, e fermezza delle mura.

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