Dell’Opus Caementitium
Frammenti di cocci (Testa)
In molte persone è invalsa l’errata convinzione che gli intonaci di cocciopesto siano sempre e comunque impermeabili. Di fatto gli intonaci di cocciopesto sono più permeabili all’acqua di quanto non lo siano i paramenti di mattoni sui quali essi stessi sono stesi. Gli intonaci di calce e cocciopesto servivano (e servono) per omogeneizzare la superficie dei supporti sottostanti, ovvero dovevano fungere da estensione della muratura stessa con uno strato monolitico senza soluzione di continuità. Su questa spessa crosta, poi, veniva steso lo strato di malta resa impermeabile in virtù della presenza degli oli, o consimili sostanze, in essa mescolato. E’ vero invece, che le malte signine, una volta essiccate, per affinità chimica, diventano con la muratura tutto un solido. L’idrossido di calcio che costituisce il legante [Ca(OH)2], ovvero la calce aerea, reagisce con i silico-alluminati (SiO2+A12O3) contenuti nella mondiglia costituita dai mattoni frantumati ridotti in sabbia, innescando un processo pozzolanico a presa idraulica. Tanto più finemente saranno franti i mattoni, tanto più alta sarà la superficie di scambio di detta reazione. Se ne deduce pertanto che il cocciopesto più reattivo sia ottenuto da mattoni cotti a temperatura relativamente più bassa e ridotti in una polvere a granulometria finissima. Analogamente, per la stessa ragione, la calce che costituisce la malta, reagisce con i componenti idraulicamente attivi del materiale fittile che struttura il supporto, legando con essa per affinità chimica. La presa idraulica col supporto sarà tanto più radicata, quanto più profondamente la calce potrà essere fatta penetrare nelle porosità dei mattoni a contatto con la malta.
Chiari effetti della produzione di CSH fra calce e cocciopesto (microscopia ottica)
Dall’analisi comparativa al SEM (Microscopio Elettronico a Scansione), fra diversi campioni di conglomerati di calce e cocciopesto, si evince che i manufatti più antichi, che si presentano più compatti e costipati, da un’accurata opera di battitura, hanno un più profondo radicamento della calce all’interno dei clasti d’argilla torrefatta, con una conseguente più alta presenza di elementi idraulici. In alcuni casi i clasti più fini sembrano totalmente dissolti nella calce (immagine qui sopra), ed il manufatto si presenta come fosse “tutto un solido”.