Delle malte pozzolaniche
Se è vero che il Delorme, il Palladio, lo Scamozzi e tanti altri, hanno scritto delle loro conoscenze sulle calcine che fanno presa anche sott'acqua, è pur anche vero che Vitruvio, nel primo secolo a.C., già preparava malte in modo che dovessero comportarsi alla medesima maniera.
E le sue malte ben sono servite a costruire fabbriche, ponti, porti, acquedotti, terme ed altro si volesse costruire là dov'era l'acqua; e quanto s'è fatto a quel tempo ancora si lascia ammirare.
"Avvi ancora un'altra specie di polvere che fa naturalmente effetti meravigliosi. Si trova essa ne' contorni di Baja, e ne' territorj de' municipj che son intorno al Vesuvio; la quale mescolata con Calcina e pietre, reca fermezza non solo ad ogni specie di fabbriche, ma particolarmente assoda quelle moli che si fanno in mare sott'acqua".
Vari tipi di murature romane
Così Vitruvio Pollione si riferisce alla pozzolana nel suo prezioso De Architectura ‑ Libro II, Capo VI (trad. Carlo Amati, 1629). La così detta pozzolana è un tufo incoerente di origine vulcanica assai ricca di Silicati Idrati di Alluminio come si trova nel Lazio e nella Campania.
Ottime pozzolane si trovano in quel di Bàcoli presso Pozzuoli nel Napoletano; ma le migliori in assoluto sono quelle che si cavano nell'Isola di Santorino, nel Mar Egeo.
In vero, per pozzolana si intende qualsiasi materia che possa produrre effetti pozzolanici, ovvero quelle materie che unite alla calce ed all'acqua reagiscono, creando tra loro un legame di carattere idraulico. Si possono trovare ottime pozzolane in quelle sabbie citate dal Vitruvio come fra i Trass Tedeschi, che sono il più tipico tufo pozzolanico sin dai tempi dei Romani, parimenti al tufo giallo Napoletano ed i tufi della regione vulcanica del Lazio; ma si può osservare una buona attività pozzolanico anche in alcuni materiali che hanno acquistato tale carattere a causa di particolari effetti termici che hanno trasformato la loro primitiva natura.
Citerò, ad esempio fra questi, i cascami della fusione di alcuni metalli i quali raffreddandosi repentinamente si riducono in granuli che, finemente frantumati, mostrano d'essere un'eccellente pozzolana. Su tale materia il padovano Viola Zanini nel 1629 scriveva: "Molto durabile riesce anco la scolatura del ferro, che son goccie che cadono nel fuoco a modo di liquida cera mentre il ferro bolle, le quali ammassate insieme si convertono in pietra che Marogna si chiama, e questa minutamente pesta a modo di terrazzo e mescolata con la calce fa la smaltatura molto forte e dura".
Anche i materiali argillosi cotti a temperature comprese fra i 600 ed i 900°C, macinati in polvere, dato il loro contenuto di silicati, mostrano un'apprezzabile attività pozzolanica; e questo materiale altro non è che la risulta della macinazione di vecchi mattoni, coppi, tegoli e qualsiasi altro scarto di materiale fittile che sia stato cotto a bassa temperatura, ovverosia quel che tutti chiamano
Cocciopesto; e tale è
il materiale più comune, più economico e più anticamente usato per preparare
malte dalla presa idraulica.
Nota di cantiere
Dosaggi per la malta pozzolanica:
Quando si vuol ottenere una calce idraulica per confezionare malta da muratura,
si addizioni pozzolana naturale (o artificiale) al grassello, nelle seguenti proporzioni:
1 parte di grassello
4 parti di pozzolana
Per la calce che deve servire per far malta da intonaco, conviene ridurre il tenore di pozzolana e attenersi al rapporto:
1 volume di grassello
3 di pozzolana
Se si parte da calce idrata in polvere il dosaggio diventa:
100 Kg di calce idrata per 1 m3 di pozzolana, per malte da muratura;
150 Kg della medesima calce idrata in polvere per 1 m3 di pozzolana, per malte da intonaco.