Le impurezze da evitare negli aggregati
Le impurezze che possono essere contenute nelle sabbie influiscono in modo negativo sulle resistenze delle malte e possono provocare numerosi ed indesiderati inconvenienti, come sfioriture, rigonfiamenti, fessurazioni, ecc. Molte sono queste impurezze che si possono trovare negli aggregati: il limo, l’argilla, sostanze organiche, l’humus, residui di carbone, di calce, varie forme di zolfo e altri sali deliquescenti. Le impurezze che si rilevano con maggior frequenza sono costituite da sostanze organiche e da parti argillose.
L’azione nociva delle sostanze organiche, nei confronti delle malte, è di natura chimica.
Esse intervengono nel processo di idratazione dei leganti idraulici rallentando, o talvolta impedendo, i fenomeni di presa e di indurimento. L’azione nociva dell’argilla è invece di natura fisica. L’argilla, se presente, forma uno strato inerte tra la pasta del legante ed il granulo dell’aggregato, impedendone l’aderenza. Pertanto, prima dell’uso, gli inerti andrebbero analizzati per verificarne il contenuto di sostanze organiche o argillose.
Ecco i metodi più semplici usati in cantiere per la determinazione delle impurezze più comuni:
1. Verifichiamo la presenza dell’argilla: si riempia con la sabbia (inerte) in esame, un cilindro di vetro graduato di 1 litro, fino all’altezza di 500 cm³ e s’aggiunga acqua pulita fino al segno dei 1000 cm³. Si chiuda il contenitore e si agiti energicamente per tre o quattro volte, attendendo tra volta e volta, 15 minuti circa. Dopo aver agitato il contenitore per l’ultima volta, si lasci riposare per un’ora, quindi si valuti lo spessore dello strato argilloso depositatosi al di sopra della sabbia.
Se lo spessore del deposito d’argilla supera il 3% dell’altezza totale (sabbia + argilla) è indizio che la sabbia, così com’è, potrebbe costituire un pericolo per i manufatti formati con le malte composte con quello specifico aggregato.
2. In modo analogo si può procedere per determinare le impurità organiche: si riempia con la sabbia da esaminare, il cilindro di vetro graduato, fino alla tacca relativa a 130 cm³; si aggiunga una soluzione di soda caustica al 3% (ovvero 30 grammi di NaOH, in 970 cm³ di acqua distillata), fino a portare il volume complessivo (sabbia + liquido) a 200 cm³.
Si agiti con energia e si lasci riposare per 24 ore. Se la soluzione sovrastante la sabbia si presenta incolore o di un color giallo paglierino poco intenso, si può affermare che la sabbia è praticamente esente da impurezze organiche e quindi si può tranquillamente utilizzare. Per contro, se il liquido si mostra di color rosso bruno è indizio che la percentuale di sostanze organiche è tale da indurre l’operatore a lavare a fondo la sabbia prima d’utilizzarla. Nel dubbio, si porti un campione di sabbia nel Laboratorio dell’Accademia affinché si possa disporre di controlli più specifici.
Nota di cantiere
Le sabbie silicee sono da preferirsi per la loro resistenza all’aggressione chimica, ma sono di difficile frantumazione. Le carbonatiche sono più facili da trovarsi nella granulometria voluta poiché si lasciano facilmente frangere, ma sono più deboli e vulnerabili.