I battuti in cocciopesto
Le fonti più antiche testimoniano come le malte con cocciopesto, con o senza semina di clasti lapidei colorati, erano soprattutto utilizzate per la realizzazione di pavimentazioni continue.
Il pavimento realizzato con tritume di latercoli o tegoli (terraglie in generale) è stato infatti riconosciuto da molti studiosi come uno dei più antichi e diffusi su tutta l'area mediterranea.
Gli impasti delle malte con cocciopesto utilizzate per pavimentazioni sono sostanzialmente due:
1) impasto a base di calce grassa di fossa e pezzami di mattoni o tegoli, senza sabbia, con eventuali additivi;
2) impasto a base di calce di fossa, sabbia (di varia granulometria in funzione dello spessore dello strato da approntare), frammenti di materiale fittile, di adeguata pezzatura, e/o pozzolana.
Casali Torrimpietra, particolare del pavimento di un edificio di culto
Il primo tipo d'impasto è quello descritto nel trattato vitruviano che permane, con piccole varianti, anche in alcuni manuali del Settecento.
Il secondo, completo di sabbia, appare in letteratura classica, per la prima volta, alla fine del ‘400 ed è ripetuto praticamente in tutte le fonti antiche, fino a diventare una comune pratica costruttiva suggerita in tutti i manuali ottocenteschi.
Malta per battuto con inserti lapidei
Il più conosciuto
battuto in malta con cocciopesto, descritto dalle fonti storiche, è il battuto
detto “alla veneziana” o “terrazzo”, che si distingue da quello
che possiamo definire battuto comune per la presenza di un maggior numero di
strati, nell'ultimo dei quali erano disposte, secondo disegni preordinati,
piccole scaglie di marmo.
Gli architetti rinascimentali veneziani ravvisano nel Terrazzo la pavimentazione descritta da Vitruvio, riportandone sostanzialmente la stessa successione di strati, e la stessa composizione, variando il rapporto inerte/calce, nell'ultimo strato, nella misura di 1 a 2, mentre quello ottimale indicato da Vitruvio era di 1 a 3.
Inoltre, gli stessi architetti veneti forniscono preziose indicazioni sui materiali necessari alla costruzione di «eccellenti terrazzi», e consigliano in particolare di utilizzare “calcina padoana” in luogo della più conosciuta calce grassa di fossa. La “padoana” o l’”Albettone” (dette genericamente Albazzane) erano riconosciute come calci dalle spiccate caratteristiche di idraulicità. Probabilmente il loro impiego garantivano manufatti di più pronta presa, di più alta resistenza al contatto e di più sollecito e spedito lavoro.
Le fonti successive apportano alcune variazioni a queste prime indicazioni, soprattutto in relazione al numero di strati e alla loro composizione. Gli impasti a base di calce (grassa o idraulica) e mondiglie di mattoni franti si arricchiscono così, in alcune ricette, di pozzolana e di residui della lavorazione del marmo.
Battuto di cocciopesto
Nella seconda metà dell’Ottocento, i manualisti consigliano l'applicazione di tre strati, l'ultimo dei quali composto di sola calce e polvere di marmo. Il medesimo impasto, per alcuni autori, viene arricchito di pozzolana, probabilmente per aumentarne le caratteristiche di presa idraulica.
Il Terrazzo alla
veneziana (con legante Calce)
Le tecniche usate nella costruzione dei terrazzi variano in
funzione del legante usato. La tecnica di costruzione a base di calce è la più
antica, richiede quindi una maggior esperienza ed è di conseguenza la più
costosa.
I tipi di terrazzo costruibili variano a seconda della grossezza del granulato, delle variazioni cromatiche dei marmi nonché dell'effetto estetico creato dalla composizione dei motivi decorativi. Un ingrediente fondamentale nella costruzione del terrazzo in battuto è la calce di ciottolo.
Terrazzo alla veneziana, particolare
La calce preferita dai terrazzieri è ottenuta dalla calcinazione a bassa temperatura (800°C) del ciottolo di fiume.
La costruzione del terrazzo con legante in calce spenta comporta le seguenti fasi operative:
1. costruzione del sottofondo
2. stesura del coprifondo
3. distesa della stabilitura
4. semina del granulato
5. rullatura
6. battitura
7. lisciatura
8. levigatura
9. stuccatura, stagionatura e lucidatura
10. manutenzione