Varianti: granito e pastellone
Il granito, o più propriamente il granulato impastato, è una variante del pavimento alla veneziana per cui, mentre il fondo e il coprifondo sono costruiti con i classici ingredienti e le classiche sezioni, il piano di posa della semina non è costituito dalla stabilitura, ma dalla coperta sulla quale viene steso uno strato di impasto di circa 1,5 cm di spessore, composto da granulato piccolo e calce in proporzione volumetrica di 1: 1. Su questo impasto vengono eseguite la rullatura e la battitura diverse volte e la lisciatura mediante cazzuola. La piccola semina, che varia dai 2 ai 5 mm, permette di eseguire una levigatura più veloce.
Il granito
La posa di questo tipo di terrazzo esige una particolare attenzione nelle operazioni di battitura e di rullatura che si devono eseguire accuratamente poiché lo strato di granito deve essere compattato con il sottostante strato di supporto, per non correre il rischio che il granito si stacchi durante il processo di stagionatura. In genere i granulati di marmo classici utilizzati per la costruzione dei terrazzi alla veneziana in calce sono quelli ottenuti da marmi relativamente teneri per poter essere levigati a mano. I tipi di marmo usati sono il nero assoluto d'Italia, il giallo Torri, il giallo di Verona, il rosso di Verona, il bianco di ciottolo, il biancone di Verona, il bardiglio e, in quantità inferiore, le brecce e gli arabeschi nelle loro diverse tonalità.
Il tipo più antico di terrazzo, quello cioè che sin dal XV secolo abbellì le dimore veneziane grazie all'uso di tonalità di colore calde e sfumate, è chiamato pastellone e viene costruito in modo un po' diverso dal terrazzo. Il pastellone ha un sottofondo fatto di coccio pesto e rottami di pietra impastati con calce di ciottolo. A differenza del terrazzo, il sottofondo o massello determina il piano di posa, non della stabilitura e della semina del granulato di marmo, bensì di uno strato di 1 o 2 cm di polvere di coccio pesto grossa e di pietrisco, mescolati in parti uguali e impastati con calce spenta in rapporto volumetrico di 3:1. Uno strato finale di pasta viene steso su questo coprifondo dalla superficie lasciata opportunamente ruvida. La pasta è formata da un impasto di polvere di marmo granulosa, o polvere di mattone macinato, detta comunemente granziofina e calce, in rapporto volumetrico di 1:1.
La prima mano viene stesa con l'ausilio dell'orso che in questo caso ha innestata non una pietra abrasiva ma semplicemente una pietra dura che, mossa avanti e indietro, permette di spalmare energicamente la pasta sul grezzo predisposto. Questa operazione di stesura della pasta viene eseguita due volte; la terza mano invece viene applicata con la spatola e l'inerte usato è impalpabile. Durante la stesura, l'impasto viene lavorato con cazzuolino e acqua, come un classico marmorino.
Il colore tradizionale del pastellone è il rosso, che originariamente veniva ottenuto inserendo polvere di rosso cinabro, estratta da una pietra naturale di colore rosso vermiglione, che era in realtà l'unico minerale di solfuro di mercurio che si trovava in varie miniere e in quantità abbondante. Oggi per la colorazione viene usato il rosso angeli o terra vermiglia. La tonalità di rosso del pastellone può variare sia in base alla quantità di colorante usato che al tipo di polvere di mattone che vengono usati.
Un'altra tinta classica del pastellone è il giallo, che si ottiene con l'uso della terra di Siena. Vi sono anche dei rari esempi di pastellone verde che si otteneva mediante l'uso di terra verde di Treviso.
Consulta la Biblioteca Storica dell’Accademia: Achille Lenti [40_LN_8]
Consulta la Biblioteca Storica dell’Accademia: Angelo Zambonini [31_ZM_1]