Le colle
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COLLE NATURALI
Colle animali (ottenute dalla macinazione e la bollitura di sostanze animali)
- Colla Forte
- Colla di Ossa
- Colla di Pelle
- Colla di Pesce
COLLE VEGETALI
- Colla di Farina
- Colla d’Amido
- Colla di Riso
- Colla di Fecola
DERIVATI DEL LATTE
- Latte bollito
- Latte coagulato
- Formaggi chiari
- Caseina
DERIVATI DELL'UOVO
- Colla d’Albume
- Colla di Rosso d’uovo
COLLE ARTIFICIALI RICAVATE DALLA CELLULOSA
- Carbossimetilcellulosa
- Metilcellulosa
COLLE SINTETICHE E RESINE SINTETICHE
- Resine acriliche
- Polivinilacetiche
COLLE ANIMALI
Le colle animali, come quelle vegetali, sono di natura proteica, quindi basiche, possono benissimo essere miscelate con la calce con la quale non interagiscono, essendo anche la calce basica.
Colla di coniglio
Le più conosciute colle animali sono qui sotto descritte:
Colla Forte
Ricavata dai cascami dalla lavorazione di ossa, muscoli, membrane, tendini e
pelle di animali macellati. Dopo una prolungata macerazione in latte di calce,
i resti sono opportunamente lavati e lasciati a bollire. La gelatina che
s’addensa, è lasciata ad essiccare per poi tagliarla in pezzi.
Colla forte
I pezzi, in forma di lastra squadrata, sono opachi o quasi
translucidi, di colore variabile dal bruno giallastro al giallo chiaro.
Il prodotto commerciale si trova sul mercato come:
- COLLA FORTE
- GELATINA
Le Gelatine: sono ricavate esclusivamente da cascami animali; e durante la loro lavorazione, sono assoggettate a trattamenti di:
- Depurazione
- Sbiancamento
- Compressione
I rettangolari sottili fogli trasparenti ottenuti sono incolori e facilmente solubili in acqua calda o tiepida. E comunemente è licenziata con i nomi di:
Colla Cervone;
Colla Caravella;
Colla da falegname;
Colla Quadrona.
La Colla d’Ossa
Si frantumano le ossa di animali macellati; si fanno quindi
bollire, in acqua, in recipienti a pressione; il liquido ottenuto si versa in
stampi e si lascia ad essiccare.
Colla d'ossa
In commercio la colla d‘ossa è venduta in pezzi, più o meno colorati. Per essere adesiva la colla d’ossa dev’essere impiegata in grande quantità. Inoltre, perde in funzionalità in presenza di umidità.
Colla di Pelle
Si estrae da tagli di pelle di coniglio o lepre, o da
ritagli di cuoio od altri manufatti in pelle non più usati. Il procedimento di produzione è simile a quello per la
preparazione della colla d’ossa, ma
i materiali devono essere ben lavati
e cerniti al fine d’allontanare ogni residuo di carne, sangue, peli ecc.; il
materiale selezionato è quindi immerso in acqua
di calce. La colla di pelle è conosciuta sin dalla più lontana
antichità. E’ venduta con il nome di colla Lapìn, in forme quadrate o
rettangolari, più o meno trasparenti secondo il trattamento in produzione.
Colla di Pesce (o
Ittiocolla)
E’ un prodotto che si ricava dalle vesciche natatorie di
alcuni pesci. La più pregiata si ricava da alcune specie dello Storione. Le
vesciche, lavate, disseccate e private della pelle esterna, formano la colla di
pesce venduta in forma di caratteristiche trecce, che si possono arrotolare
senza che si sbriciolino. La colla di pesce, eliminato qualsiasi pigmento
esterno, si mostra trasparente come l’acqua ed è conosciuta con il nome di
Gelatina Pura. La colla di pesce (gelatina pura) presenza una spiccata
resistenza all’umidità.
Consulta la Biblioteca Storica dell’Accademia: Francesco Griselini [22_GI_4]
LE COLLE VEGETALI
Le colle vegetali sono
essenzialmente a base di glutine. Sono meno adesive di quelle animali, ma non
per questo meno efficaci. Di fatto, le colle troppo forti sono causa dello
screpolarsi dei tinteggi.
Le colle vegetali sono consigliate per gli interni dacché temono l’umidità, soprattutto quando negli scialbi si usa gesso o consimili.
Le colle vegetali più conosciute sono:
Colla di Farina;
Colla di Amido;
Colla di Riso;
Colla di Fecola.
Colla di Farina
La colla di farina, molto usata e conosciuta, si ricava dalla macinazione dei cereali.
La farina più resistente è quella di segala.
Per servirsene è sufficiente mettere della farina in un vaso. Vi si aggiunga acqua poco a poco, rimestando uniformemente, evitando di formare grumi. Si continui a mescolare finché la colla si è ben sciolta.
Colla di Amido
L’amido si ricava dal grano e da
altri farinacei, si presenta in forma di polvere bianca, leggermente granulosa.
La colla di amido si prepara in modo analogo alla colla di farina. La polvere e l’acqua siano prima mescolate a freddo in egual peso. Poi il tutto vien messo a bollire per ottenere una colla trasparente. La colla d’amido non teme né il caldo né il freddo. Se mescolata alla calce e un po’ d’olio di lino, dà una pittura di notevole resistenza all’umidità e perfino alla pioggia. Dona ai tinteggi un aspetto fresco, brillante, piacevolmente rasato.
Colla di Riso
La colla di riso ha molte qualità
simili alla colla di amido, ad eccezione della resistenza, che è comunque
minore. La colla di riso si ottiene operando nella stessa maniera con cui
s’ottiene la colla di farina, usando ovviamente della polvere di riso. Si
appronti una soluzione, a freddo, di acqua e polvere di riso; dapprima si
sciolga il riso in acqua e quindi si metta a bollire per un minuto. La colla
che si ottiene e di discreta qualità.
Colla di Fecola
La colla di fecola è ricavata
dalla farina di patate. Si prepara col metodo delle precedenti collo vegetali.
Ha le stesse prerogative della colla d’amido, tanto che le due talvolta si
confondono. Per contro la colla di fecola tende a snervarsi nel tempo,
mostrandosi meno resistente.
Le colle vegetali non devono essere troppo dense, perché, se mescolate al colore, sono troppo adesive e tendono a screpolare. Comunque, come già dimostrato in Bottega, tutte le colle vegetali possono essere mescolate con la calce.
IL LATTE ED I SUOI DERIVATI
Il latte vaccino ed i suoi
derivati, sono forse la più antica forma di colla che la storia possa
ricordare. Si mescolino una chilogramma di
calce in polvere con 5 litri
di latte, ed ecco pronta una straordinaria colla. Può essere usato da solo o misto
ad altre colle per essere usato quale fissativo di superfici dipinte a calce,
al fine di fermarne lo spolveramento. Le velature a calce di latte aumentano la
resistenza al contatto dello strato di calce. Il latte, per converso, è abbastanza
alterabile nel tempo, perciò, perché si mantenga, è d’uopo mescolarlo con
piccole dosi di acido salicilico o
silicato di potassio.
Caseina
La caseina si ottiene dalla
coagulazione naturale del latte. Industrialmente si produce con procedimenti
chimici ed è posta sul mercato in polvere. La polvere di caseina si bagna con
acqua ottenendone una poltiglia gonfia simile al lievito. La poltiglia di caseina si
diluisce con latte di calce.
Ordinariamente, nel passato, per ottenere la caseina, si procedeva nel seguente modo:
- Si faceva bollire il latte e lo si filtrava;
- si aggiungeva una punta d’aceto. La caseina precipitava e sedimentava sul fondo in forma di una massa fioccosa, bianca, che veniva raccolta su un setaccio a maglia molto fina;
- si lavava più volte la caseina raccolta e, quindi, la si faceva essiccare.
Prima di miscelare la caseina col latte di calce, è buona cosa sciogliere la caseina in acqua con alcune gocce di aceto puro o succo di limone; meglio l’acido acetico che serve anche a tenere in efficienza la caseina per 3-4 giorni. Giova, inoltre, mescolare la caseina anche con una emulsione di olio di lino cotto e acqua.
Si usino 2 parti di caseina ed 1 parte di emulsione. Anche decidere di sciogliere l’impasto di caseina con un 4 – 7% di borace, è una buona soluzione.
Dopo aver sciolto la caseina in acqua, rimestato a lungo l’insieme, si aggiunge la calce spenta per ottenere il latte di calce (che a questo punto può anche definirsi calce di latte). L’insieme deve essere lasciato riposare per qualche tempo prima di essere applicato.
La quantità di caseina è circa il 10% della calce ad essa messa in mistione. Così facendo si ottiene un prodotto molto resistente all’umidità. L’effetto deriva dal fatto che la caseina disciogliendosi, come caseinato di sodio, reagisce con l’idrossido di calcio, conferendo al neoformato caseinato di calcio, buone proprietà idrofughe.
Colla d’uovo
Dell’uovo si usano i due elementi
che si trovano nel guscio: il tuorlo e l’albume. Il guscio non ha alcun effetto
collante.
Chimicamente nel rosso dell’uovo, troviamo:
Caseina
Olio d’uovo
Zolfo
Alcool
e tracce d’altro.
Nel bianco, invece, si trova:
Albumina.
Tutte le sostanze qui sopra descritte hanno notevole potere collante; tanto che nell’antichità delle colle d’uovo s’è fatto largo uso.
Uova e terre colorate
Ecco un capitolato d’archivio del 1897
“Restauro alla cupola al campanile.
Imbiancatura alla guglia con calce sciolta nel vino bianco e albume d'uova, seconda mano di imbiancatura come sopra, terza mano di imbiancatura come sopra.
Il vino bianco da impiegare nell'imbiancatura sarà puro d’uva, non difettoso, nulla importando sebbene di qualità piccolo ossia leggiero. L’albume da adoperarsi nell’imbiancatura sarà prima ben sbattuto nel vino bianco, come pure il sapone da usarsi nella stabilitura sarà prima sciolto nell'acqua.
Ultimata ed asciugata la stabilitura vi si darà una prima imbiancatura, ed appena asciutta questa ve se ne darà una seconda. Per l'imbiancatura si userà calce spenta e sciolta nel vino bianco con entro n500 albumi d’uovo ben sbattuto nel vino prima di stemperarvi la calce”.
Nel 1300, prima dell’avvento della tecnica ad olio, perfezionata dai pittori fiamminghi, i colori si diluivano con il tuorlo d’uovo o il latte di fico (addensanti). Per rendere di più facile uso le tempere molto viscose, invece, si utilizzavano birra e vino (diluenti).
Il vino nella calce abbassa il PH. Infatti lo sviluppo di CO2 ha bisogno di ambiente acido, non basico; pertanto il decadimento del materiale organico era favorito con produzione di CO2 accelerando il processo di carbonatazione.
L’uovo è stato sempre preferito alle altre colle, soprattutto nella pittura a tempera, perché in genere tutte le colle d’uovo dimostrano avere una buona resistenza agli agenti atmosferici e all’umidità.
L’uovo può benissimo essere unito alla calce, poiché è anch’esso basico: ragione per cui non si creano perniciose reazioni chimiche fra i due elementi. Semmai l’inconveniente si mostra quando la calce non è del tutto macerata e contiene ancora parti caustiche: in questo caso possiamo notare una sorta di cottura dell’albume, che inizia a sbiancare.
Consulta la Biblioteca Storica dell’Accademia: Francesco Griselini [22_GI_5]